Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2016
Durata:44 min.
Etichetta:DSN Music / Pure Steel Records

Tracklist

  1. HAMMER DAMAGE
  2. CHACO CANYON (SUN DAGGER)
  3. CRY HAVOC
  4. EULOGY FOR A WARRIOR
  5. KNIGHTS
  6. HELLAS
  7. CALIGULA
  8. ERA OF CRISIS
  9. A.F.U.

Line up

  • Kevin Goocher: vocals
  • Kenny Powell: guitars
  • Andy Haas: bass
  • Steve Wittig: drums

Voto medio utenti

"Hammer Damage" è un disco che è stato in naftalina per diverso tempo, almeno sei anni, un cammino lungo e travagliato il suo, attraverso svariate difficoltà, tra queste un uragano che ha colpito casa e studio di registrazione di Kenny Powell e l'indecisione su chi avrebbe cantato sulla sua versione definitiva. Alla fine annotiamo il rientro dietro al microfono di Kevin Goocher (anche nei Phantom X), il quale aveva già cantato sul precedente "Eternal Black Dawn", tornato in sostituzione di George Call e di Matt Story. Inoltre, con non poca sorpresa, ecco il ritorno in formazione di Steve Wittig, storico batterista degli Omen che aveva suonato su tutti e quattro i full length degli anni '80.

Purtroppo i risultati raggiunti non valgono tutta questa attesa, "Hammer Damage" si muove sulla linea del suo predecessore, che già di suo non si era certo rivelato un lavoro all'altezza delle migliori uscite degli Omen, un album troppo di maniera dove scarseggiano gli spunti vincenti. L'apporto alla voce di Goocher è quello che già avevamo testato ai tempi di "Eternal Black Dawn" (e del Tradate Iron Festival, nel 2004): una voce potente e aggressiva, seppur talvolta aspra e sgraziata ("Cry Havoc", "Caligula"...), non aiuta nemmeno una resa sonora non particolarmente riuscita, soprattutto nei suoni della batteria, che appaiono ben poco umani, mettendo in dubbio il reale contributo di Wittig alle registrazioni.

Dopo l'abbandono di J.D. Kimball, gli Omen hanno dovuto affrontare non poche difficoltà nel proprio "comparto vocale", con nessuno dei cantanti che si sono poi alternati realmente in grado di rispolverare gli antichi fasti, quindi il compito di caratterizzarne le canzoni è spettato di diritto al tocco - esecutivo e compositivo - di Kenny Powell, storico chitarrista e fondatore della band, che qui è facilmente riconoscibile in brani come "Chaco Canyon (Sun Dagger)", che in alcuni passaggi finisce per riecheggiare "Dragon's Breath", sull'epica e battagliera "Hellas" o nello strumentale "A.F.U. " che infine chiude l'album.

Manca la magia dei bei tempi, ma non solo: anche la qualità e le pulsazioni metalliche non sono all'altezza del passato e delle aspettative.


I was born to review
Hear me while I write... none shall hear a lie
Report and interview are taken by the will
By divine right hail and write
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 giu 2016 alle 08:35

Disco deludentissimo...che peccato!!!

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