Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2012
Durata:47 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. ANTHEM OF HATE
  2. FLAMES FOR HADES
  3. BRAINLESS
  4. THE NOT SELF
  5. UNSOLVED AGGRESSIONS
  6. LIFE NOT DEATH
  7. SEARCHING THE LOSS
  8. CRAWLING ERECT
  9. INFECTING THE LIE
  10. WATCHER
  11. THREE WORDS

Line up

  • Rod Arias: vocals
  • Horacio Colmenares: guitars
  • Luis Sandoval: bass
  • Jimmy Schultz: drums

Voto medio utenti

I New Eden sono una delle tante formazioni all'interno delle quali si è assistito ad un continuo valzer di musicisti, più o meno noti, che si sono alternati e mischiati tra loro, pur sempre al fianco di uno o due leader di riferimento. In questo caso tutto ruota attorno alla figura del chitarrista Horacio Colmenares, ex Axehammer e Steel Prophet, che con i New Eden ha realizzato ben quattro album, per quanto in un lasso di tempo che va dal 1997, quando uscì l'esordio "Through the Make Believe", sino ad oggi.
"Solving for X" è, almeno per ora, l'ultimo della serie e ci presenta un nuovo cantante, Rod Arias, che ha diversi fantasmi del passato da affrontare, dato che dietro al microfono dei New Eden si sono succeduti interpreti di spessore quali Rick Mythiasin (che con loro ha inciso il precedente "Stagnant Procession"), Michael Grant e James Rivera, e se nel complesso riesce a non sfigurare al loro confronto, in alcuni episodi, come su "Flames for Hades" e "Infecting the Lie" non riesce ad essere del tutto dispensato da critiche.
Un concetto che si può estendere allo stesso album, dove il Power & Speed Metal made in USA esplora anfratti meno battuti del solito (come erano soliti fare, ad esempio, i Watchtower), tuttavia il primo momento veramente interessante si fa registrare solo in occasione della sua quarta tappa, la più che valida "The Not Self", dopo di che si viene violentemente scossi dalla successiva e vorticosa "Unsolved Aggressions", che tiene fede al titolo con una ritmica spaccasassi e con un Rod Arias che in alcuni passaggi sembra incazzarsi davvero. Tutte altre atmosfere nella conclusiva "Three Words", che con il suo approccio spiccatamente easy rock si tiene ben a distanza dal mood generale del disco.

Un album difficile ed articolato, talvolta anche in maniera troppo ostentata, e che quindi offre sensazioni contrastanti.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 25 apr 2012 alle 18:06

i new eden??? oh mamma mia, ero rimasto al bellissimo obscure master plan! quanti anni... sono contento che siano ancora in sella!

Inserito il 25 apr 2012 alle 11:27

Questi sono dei grandi. Pur non essendo il massimo in termini di fruibilità della loro proposta, nutro un enorme rispetto per gli americani New Eden.

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