Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:39 min.

Tracklist

  1. SCREAM OF PAIN
  2. SHAMELESS
  3. BECOME WRATH
  4. NOISE SCREAM BLOOD
  5. CURSE 'N' DEATH
  6. SEE YOU TO HELL
  7. VIOLENCE EXPLOSION
  8. EXTINCTION

Line up

  • Raptus: vocals
  • Condanna: guitars
  • Riggio: bass
  • Tox: drums

Voto medio utenti

Lapida.

Fautori di un Thrash Metal assassino e brutale, proprio come il nome adottato da questa formazione romana ha lasciato sin da subito trasparire.

Ed i Lapida lo affrontano nel miglior dei modi, lasciando uscire la belva, con prestazioni individuali da paura, grazie alle vocals abrasive di Raptus, al guitarwork prorompente di Condanna ed all'intensità ritmica di Riggio e Tox, per un risultato complessivo che non può che ricordare il Thrash ottantiano, sopratutto nell'incarnazione degli Slayer, anche perchè Raptus ricorda non poco Tom Araya, senza comunque scordarsi della scena teutonica (Kreator e Destruction su tutti) e per tornare negli States anche un pizzico dei Sacred Reich.

Per rendersene conto è sufficiente l'ascolto dell'accoppiata iniziale: "Scream of Pain" e "Shameless" battono proprio questi sentieri e lo fanno randellando senza alcun rimorso.
E, proseguendo con l'album, non ne mostrano nemmeno quando provano qualche ricercatezza in più, senza peraltro mollare mai il tiro, con "Noise Scream Blood" o la conclusiva "Extinction".

Non hanno il supporto di una label, non che oggigiorno questo sia ancora indispensabile... anzi, ma "Hate Leads Violence" non ha nulla di approssimativo ed amatoriale, come già detto è stato ben suonato, la resa sonora è più che buona ed anche l'artwork ed il booklet sono realizzati con cura.
Sembra impossibile, ma i Lapida sono arrivati a realizzare il loro primo album a dodici anni di distanza dalla loro nascita, quanto ci sono formazioni che dopo pochi mesi si propongono come i nuovi messia della scena.
E fin troppo spesso senza sfornare lavori all'altezza di "Hate Leads Violence".

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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