Copertina 7

Info

Anno di uscita:2004
Durata:45 min.
Etichetta:Sonic Wave International

Tracklist

  1. TESTINAL EMBOWLMENT
  2. EXPRESSION
  3. SICK, SICK, SICK
  4. THE FEW, THE MANY & THE FAR INBETWEEN
  5. MESSAGE OF DEATH
  6. AFTERBURNER
  7. CONSTELLATION OF PLANETS
  8. ALL OF YOU
  9. BORN OF TWO WORLDS
  10. FIRST ASSAULT

Line up

  • Guy Bell: guitars, vocals
  • Rob Hartley: guitars
  • George Gallafallou: bass
  • Troy Watson: drums

Voto medio utenti

Una gradita sorpresa dall'Australia: questi Enforce si sbattono con vigore, un Thrash aggressivo, mai troppo veloce ma spaccaossa e che ha inglobato diversi aspetti dal Death Metal. Le loro influenze dichiarate spaziano tra Black Sabbath, Morbid Angel, Metallica, Deicide, Entombed, Sepultura e direi che più o meno ci hanno preso. Scorrendo "Message Of Death" ho comunque pensato più di una volta ai Sacrifice e ad altri gruppi thrash minori (i Vectom ad esempio), anche se poi le sonorità sono sicuramente appesantite, sopratutto a livello vocale, con il cantante principale Guy Bell (anche chitarrista) spesso e volentieri sorretto dall'altro chitarrista Rob Hartley e dal bassista George Gallafallou. Già che ci siamo, completiamo la presentazione della loro line-up citando anche il batterista Troy Watson. "Message Of Death" non è il loro primo lavoro, ed in precedenza hanno già realizzato un altro album "Campfire Night", uscito nel 2000 ma che ha avuto poca risonanza da queste parti. Credo che nonostante la validità del nuovo album le cose non cambieranno poi molto, ed è un peccato perché gli Enforce hanno, ad esempio, ben poco da invidiare ai loro "predecessori" Mortal Sin, autori nel 1987 del sorprendente "Mayhemic Destruction", i quali se non sbaglio, dopo parecchie vicissitudini, si sono rimessi (pure loro!!) in carreggiata, pronti al ritorno discografico. Di fronte ad una proposta tipicamente old school thrash/death metal, non bisogna proprio aspettarsi grandi sorprese ed innovazioni, e purtroppo alla distanza la voce paga pegno, eppure l'attitudine che traspare dai 10 pezzi inclusi sull'album, bilancia quelle piccole ma immancabili sbavature che sputano qua e là. A favore giungono le chitarre, che non si nascondono mai, ed un basso che ritroviamo spesso a dettare i tempi. Come nel caso della titletrack, dove nel break centrale Bell e Hartley danno poi spazio a soluzioni melodiche. La parte iniziale di "Afterburner" avrebbe potuto trovare benissimo spazio su uno dei due dischi dei Vendetta, e lo stesso si potrebbe dire per gli assoli, ma il brano perde ben presto colpi per il cantato, nell'occasione davvero poco convincente. Le due anime, quella thrash e quella death convivono anche a livello dei testi, dove a fianco di testi quasi gore (vedi "Testinal Embowlment") troviamo brani fortunatamente più "vari". Degli Enforce apprezzo non solo la proposta musicale, dove si può ancora lavorare per migliorare, ma anche - e sopratutto - la strada che hanno intrapreso, e mi sento in dovere di premiarli.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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