Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:43 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. PSYCHIC VAMPIRE
  2. RIVER OF STONE
  3. LEECHES
  4. EL LAMENTO DE LAS CABRAS
  5. YOUR TOMORROW
  6. THE DOOM
  7. THE MONEYCHANGERS
  8. COME NOT HERE
  9. 9. WHAT WE BECOME
  10. 10. RAT CITY
  11. 11. TIME OF TRIALS

Line up

  • Mike Dean: bass, vocals
  • Reed Mullin: drums
  • Woody Weatherman: guitars, vocals

Voto medio utenti

E’ trascorso più di un lustro dall’ultimo “In the arms of God” (2005), ed alcuni cominciavano a sospettare che la parabola dei C.O.C. fosse giunta al termine. Invece finalmente esce l’atteso nuovo album, ma porta con sé molti cambiamenti.
In primo luogo non c’è più Pepper Keenan, l’uomo che aveva segnato la svolta stilistica verso un heavy-groove rock dal grande appeal melodico. Il biondo chitarrista ultimamente era sembrato molto concentrato sui Down, ed ora sappiamo il perché. La seconda novità è il ritorno del drummer Reed Mullin, pilastro dei tempi di “Eye for an eye / Animosity” e del crossover thrash/punk. Infine la band ha firmato per la Candlelight, la stessa label degli Orange Goblin, ben contenta di accogliere una formazione che ha già venduto una milionata di dischi.
Il titolo dell’album che coincide col nome del gruppo, certo non è casuale. Aver ricostituito la line-up originaria, ha sicuramente il senso di un ciclo che si chiude con il ritorno al punto di partenza. Adesso vedremo se realmente ne inizierà un altro, come Dean e soci fanno intendere.
Intanto, questo lavoro esprime una dimensione interlocutoria, che non significa che sia brutto, anzi è più che buono, ma che manca di una linea stilistica nitida e precisa. Da un lato, è indubbio sia tornata un’urgenza punkeggiante, soffi di verve giovanile legata al vecchio hardcore che alimenta i pezzi più brevi e veloci, con tanto di semplice coro da ululare in sede live (“Leeches, Rat city”), così come il rivestimento metallico che ne incattivisce altri maggiormente corposi (“Psychic vampire, The moneychangers, What we become”). In questi casi, il traguardo pare essere quello di recuperare e rispolverare le proprie radici heavy, la durezza che si era gradualmente stemperata nel fortunato approccio groove-rock da metà dei ’90 in avanti.
Dall’altro lato però, il terzetto conferma anche le venature scure, doomy, simil-stoner del recente passato, in brani altrettanto interessanti (“River of stone, The doom, Time of trials”), ed arriva perfino ad inserire echi di grunge e melodie amare (“Your tomorrow, Newness”) pur mascherando questo aspetto dietro le spesse schitarrate di Weatherman ed il timbro aggressivo di Mike Dean. Già che ci siamo, segnaliamo che Mullin non è affatto arrugginito, anzi la sua batteria non si limita al minimo sindacale bensì deborda riempiendo gli spazi vuoti, così come vuole la tendenza moderna.
Alla fine, la traccia che forse riassume meglio l’attitudine attuale dei C.O.C. è proprio la già citata “Psychic vampire”, capace di alternare accelerazioni e rallentamenti senza rinunciare al quid melodico che ha portato la formazione ai successi di “Deliverance” e “Wiseblood”.
In sostanza qui abbiamo un disco che trasuda entusiasmo, energia, grinta e voglia di ributtarsi nella mischia con materiale nuovo, magari non del tutto rifinito e piuttosto viscerale (cosa che talvolta è più pregio che difetto…nda), ma pur sempre firmato da una delle band di punta del panorama hard’n’heavy americano.
Ovviamente da non perdere per i fans, ma anche buono per chi ascolta stoner e affini.

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