Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:38 min.
Etichetta:To React Records

Tracklist

  1. UNDER THIS SHROUD
  2. BEYOND THE LINE
  3. TOWARDS NORTH
  4. IN MY DRY RELIQUARY
  5. THE ANGUISH FIXER
  6. ONE THOUSAND WAYS TO DIE
  7. SNATCHED LOVE
  8. ATTACK
  9. ETHEREAL WARRIOR
  10. ETHEREAL WARRIOR II

Line up

  • Vittorio "Orion" Bilanzuolo: vocals
  • Nicolò "Brado" Cantatore: guitars
  • Francesco "V" Picciariello: guitars
  • Ale Fornari: drums
  • Francesco Patruno: bass

Voto medio utenti

E che è...?

L'attacco di "Under this Shroud" mi ha fatto subito verificare di non aver infilato per sbaglio nel lettore "Lunar Strain" degli svedesi In Flames.

Fugato velocemente il dubbio, posso proseguire nell'ascolto di "Beyond the Line", album d'esordio per i Tales of Deliria, che sono comunque italiani, per la precisione pugliesi, e si erano già affacciati dalle nostre parti con un nome più breve, quello di Deliriä (mantenuto sino al 2009), sotto le cui insegne avevano realizzato già un paio di demo.

Per quanto lo Swedish Death Metal abbia indubbiamente un evidente ascendente su di loro, il secondo brano in scaletta, la titletrack "Beyond the Line", mette in campo anche un violentissimo assalto Thrash, molto vicino ai Kreator, anche se il guitarwork predilige soluzioni meno frontali, più tecniche, articolate e dall'azzeccato tocco melodico.
Uno scenario, questo, riproposto nella seguente "Towards North", dove le due principali anime del gruppo si incontrano con successo, unendo At The Gates ed i Crown ad un ferale Thrash Metal d'ispirazione ottantiana.
L'ascolto di questi tre soli pezzi è di per se già sufficiente per avere la certezza che ci si trovi alle prese di un lavoro che non mostrerà cedimenti di sorta, anche perchè i Tales of Deliria si confermano non solo una formazione solida ed energica, ma anche in grado di mettere un po' di sale e pepe in un songwriting per forza di cose derivativo.
Questo, grazie sopratutto alle parti di chitarra di Nicolò Cantatore e Francesco Picciariello, i quali cercano di evitare i soliti schemi e le solite... note, un retaggio del Technical Thrash che li aveva contraddistinti nei primi anni d'attività, ma pure alla resa sonora garantita dal mastering curato da Mika Jussila presso i Finnvox Studios.

E così, la brutalità sferragliante di "One Thousand Ways to Die" o quella simil Sodom (con tanto di basso motorheadiano) di "Attack" confermano la validità di un comeback che ha tardato a venire (il lavoro precedente, "Calling from the Abyss", risale al 2006), ma che una volta risalito sul proscenio ha piazzato mazzate a destra e a manca.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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