Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:46 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. CIRCUMSPECT
  2. ERRORS IN THE SIGNALS
  3. EVERYDAY POX
  4. PROTECTION RACKET
  5. THE WOLF I FEED
  6. QUARANTINED
  7. FALL ON THEIR SWORDS
  8. COLLISION COURSE
  9. ORDERS OF MAGNITUDE
  10. THINK TANK TRIALS
  11. BLANK LOOK ABOUT FACE
  12. LEPER COLONY
  13. NOM DE GUERRE
  14. ANALYSIS PARALYSIS
  15. OPPOSITES REPELLENT
  16. A GAG REFLEX

Line up

  • Mark 'Barney' Greenway: vocals
  • Mitch Harris: guitars
  • Shane Embury: bass
  • Danny Herrera: drums

Voto medio utenti

Il tempo e l'età che avanza non scalfiscono in minima parte l'energia e la creatività che i Napalm Death hanno dimostrato sempre di possedere in dosi massicce, che rimangono immutate anche in questo nuovo disco "Utilitarian": il gruppo inglese infatti ha trovato il proprio equilibro e la propria formula vincente in un connubio di grindcore, death metal e hardcore che i fan hanno avuto modo di apprezzare su grandi album quali "Smear Campaign", "Time Waits For No Slave" e "The Code Is Red" e che in buona misura possiamo dire essere anche alla base del nuovo disco in studio del combo, e che pezzi come "Errors In The Signals", "Protection Racket" o "Quarantined" esemplificano in maniera chiara. Accanto a brani "tradizionali" i Napalm Death propongono tuttavia alcune interessanti variazioni sul tema, pur non scostandosi di molto dalla loro formula base, ma arricchendola con efficaci e nuove sperimentazioni: salta subito all'occhio la schizofrenia acida di un pezzo come "Everyday Pox", dove il sax di John Zorn è capace di dare un mood inquietante ed instabile ad una canzone che stupisce per la ferocia non solo esecutiva ma anche "mentale". Anche "The Wolf I Feed" e "Fall On Their Swords" mostrano un lato inedito di Barney Greenway, fatto di cori puliti e "filtrati", che contrapposti alla furia cieca del loro death/grind hanno dapprima un effetto spiazzante per poi risultare perfettamente inseriti all'interno di un contesto più "estremo". Prosegue quindi la ricerca melodica del gruppo inglese che già era stata apprezzata su "Time Waits For No Slave", ma si tratta di un procedimento assolutamente ben algamamato nella musica tradizionalmente pesante dei Napalm Death e risulta difficile considerarlo come un punto debole o motivo di demerito per questo "Utilitarian".
La parabola ascendente dei Napalm Death non conosce quindi flessioni e continua imperterrita la sua corsa, consegnandoci ancora una volta una band che nonostante i tanti anni di carriera alle spalle non ha ancora perso rabbia, cattiveria ed attitudine. "Utilitarian" non scontenterà i fan del gruppo e dal vivo saprà farsi valere anche accanto ai grandi classici della band.

Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 feb 2012 alle 13:50

Quoto in pieno! Un buon album per una grandissima band!

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