Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2012
Durata:37 min.
Etichetta:Non Serviam Records

Tracklist

  1. NAMELESS
  2. RETURN TO PROVENANCE
  3. DARK ILLUMINATIONS
  4. DIONYSIAN EUCHARIST
  5. DENIAL
  6. SEDUCTION
  7. VISION OF ENTIRETY
  8. SELF-DESTRUCTION

Line up

  • Dreamlord: Vocals, Guitars, Bass, Keyboards

Voto medio utenti

A ben nove anni di distanza dal precedente "Masquerade", tornano gli austriaci Golden Dawn che, nel frattempo, sono tornati ad essere una one man band come ad inizio carriera.
Il mastermind Stefan Traunmüller (aka Dreamlord) si è infatti sobbarcato tutto il lavoro del nuovo disco abbandonando la formazione a quattro della precedente uscita. Fortunatamente ne il tempo trascorso ne il cambio di line up hanno inficiato il risultato finale di questo "Return To Provenance" che conferma il talento di un musicista e di un progetto davvero molto sottovalutati all'interno della scena estrema europea.
La musica di Golden Dawn può essere etichettata come black metal, ma è aperta a diverse influenze. Nelle strutture dei brani emergono, infatti, chiari riferimenti alla scena gothic rock ma anche a certo dark così come non mancano rimandi all'heavy metal in genere. Quello che ne viene fuori è una atmosfera cupa e magniloquente capace di donare ad ogni singolo pezzo un fascino ed una eleganza davvero notevoli.
"Return To Provenance", pur concedendosi accelerazioni micidiali, è un disco in cui è la melodia a farla da padrone, una melodia avvolgente ed ammaliante, che spesso guarda verso oriente, di cui le tastiere, ottimamente concepite, sono protagoniste assolute.
Proprio i tasti d'avorio cesellano passaggi da brivido che fanno da sfondo sia ai cori sia agli intrecci delle sei corde, mentre la voce distorta di Dreamlord narra di magia e nuove dimensioni.
Come detto magniloquenza e melodia sono aspetti precipui di questo lavoro, ma "Return To Provenance" è anche capace di graffiare ricordandoci che la propulsione black metal non è sopita ma è lì, strisciante, pronta a colpire. Ecco quindi che i Golden Dawn piazzano devastanti passaggi di symphonic black metal che squarciano violentemente la dolcezza di certi intrecci andando così a creare un mosaico di emozioni e sensazioni da cui è facile essere rapiti.
Brani come la title track, con i suoi cori evocativi, la feroce ma elegante "Seduction", l'intrigante "Dak Illumination", dall'incedere molto gothic, sono esempi lampanti di classe e di ottima musica.
Davvero un ritorno coi fiocchi.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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