Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:45 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SPLINTERED VISIONS
  2. EMBRACED BY DESOLATION
  3. THREE DIMENSIONAL APERTURE
  4. BEGINNING OF THE END
  5. POINT OF UNCERTAINTY
  6. SPIRALLING INTO DEPRESSION
  7. ISOLATION
  8. BURIED IN OBLIVION
  9. BLACK SEA OF AGONY
  10. MOROSE SECLUSION

Line up

  • Chris Krall: vocals
  • Rob Doherty: guitars
  • Tim Roth: guitars
  • Scott Krall: bass
  • Jim Austin: drums

Voto medio utenti

Poco conoscevo dei canadesi Into Eternity prima di venire in possesso del loro nuovo album, “Buried in Oblivion”, ma mi è bastato inserire questo cd nel lettore ed ascoltarne i primi minuti per rendermi conto di trovarmi di fronte ad un gruppo di grandissimo valore. I cinque ragazzi nord-americani propongono un Prog Metal complesso e tecnicissimo, in cui sonorità aggressive e vocals death si fondono con refrain e ritmi tipicamente progressive, dando vita ad un sound personale e di grandissimo impatto. Gli Into Eternity danno anche molta importanza alle parti vocali, alle quali contribuisce attivamente ogni membro del gruppo: alla timbrica alta e pulita del singer Chris Krall si alternano i backing vocals del fratello Scott e i violenti growl di Tim Roth, Rob Doherty e Jim Austin. Questa inconsueta miscela da' vita ad armonie vocali veramente splendide, donando anche una certa varietà alle composizioni. Il disco si apre con il rabbioso duo “Splintered Visions” - “Embraced by Desolation”, due canzoni che alternano impetuose sfuriate a passaggi più melodici ed orecchiabili. “Three Dimensional Aperture” è forse il pezzo più violento del disco, tanto travolgente quanto irresistibile, mentre “Beginning of the End” è decisamente meno ostica, e ricorda in alcuni punti i nostrani Labyrinth, sia per le linee vocali di Chris, sia per i melodici riff della parte centrale. Il ritmo cala lievemente con “Point of Uncertainty”, conservando però la carica e l'aggressività dei primi pezzi, ma in “Spiralling into Depression” si torna ad un'andatura più sostenuta, con una prestazione strumentale notevolissima ed un ritornello azzeccato. “Isolation” vive di numerosi cambi di tempo, in un convincente avvicendarsi tra sfuriate death e passaggi più melodici, forte di un break strumentale tanto coinvolgente da lasciare senza fiato. Il trittico che conclude il disco è assolutamente senza precedenti: “Buried in Oblivion” e “Morose Seclusion” sono due magnifici episodi acustici, intensi e ricchi di pathos, distanti anni luce dalla violenza delle canzoni che le hanno precedute, mentre “Black Sea of Agony” dimostra l'abilità degli Into Eternity anche su pezzi meno tirati, in un canzone dal tipico incedere progressive che tocca molte sonorità, miscelandole con grande abilità. “Buried in Oblivion” è sicuramente una delle migliori uscite di questi primi mesi del 2004, e gli Into Eternity si dimostrano un gruppo dalla forte personalità che merita l'attenzione di qualsiasi appassionato di musica... non ne resterete delusi, ve lo assicuro!
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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