Copertina 9

Info

Anno di uscita:2004
Durata:56 min.
Etichetta:Synthetic Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PSYCHOSOMATIC
  2. MANIACAL
  3. FRAGMENTED
  4. VANISHED
  5. STRATEGIC
  6. CIVILIZATION
  7. TRANSMITTER (COME TOGHETER)
  8. DISSIDENT
  9. SCHICKSAL
  10. PARASITE

Line up

  • Rhys Fulber: programming
  • Bill Leeb: programming

Voto medio utenti

Tanti dischetti oggigiorno possono essere considerati come parziali componenti della colonna sonora e della cultura della nuova epoca del sintetico, ma nessuno, al momento (e penso per un lungo periodo avvenire) può competere minimamente con le oscure cyber visioni dei ritrovati Front Line Assembly. ‘Civilization’ è l’album definitivo. In poco meno di un ora questo dischetto racchiude in se tutto quello che l’elettronica moderna deve avere e deve rappresentare. Mr. Fulber e Mr. Leeb, oggi, nel 2004, hanno trovato l’alchimia e l’ispirazione giusta (come mai prima d’ora in questi 18 anni di collaborazione) per dare alle stampe il loro tanto sospirato album capolavoro, la release suprema che da tanti, troppi anni mancava nella discografia del duo canadese. Già dall’opener ‘Psychosomatic’ si capisce come questo dischetto vada oltre: oltre i confini spazio neuro/temporali della sospensione del momento, oltre alle visioni para sensoriali matrixiane o alle elucubrazioni socio culturali tipiche della paranoia futurista. Oltre. In termini più pratici, la sensazione e l’atmosfera di cui è impregnato ‘Civilization’ (e che traspare nettamente durante l’ascolto) è identica a quella che si può provare nel guardare Blade Runner o leggere Neuromancer… anzi, sembra proprio che Ridley Scott o Gibson stessi siano stati parte integrante del genio musicale e compositivo di quest’album. Canzoni criptiche ed introverse, melodie dannatamente intriganti rimangono sospese in un mood caldo ed avvolgente, ma al contempo tagliente come una fredda lama in acciaio, capace di ferire senza provocare dolore, tanto soffuso e lieve ne risulta il passaggio nel substrato fisico. Ed è proprio qui che risiede la bellezza e la suprema grandezza di questo lavoro, ovvero nella costante morbidezza del sound anche nelle partiture ossessive (e sono diverse) al limite dell’EBM o nelle minacciose spezzate arie Break Beat, o ancora nelle enigmatiche lacerazioni Ambient, distese ed armoniose, ma costantemente vive, dinamiche e morbosamente infette. L’equilibrio è nella forma e nella sostanza. Caratteristiche che ‘Civilization’ possiede, e che certamente non ne fa difetto. Questo platter è un album che crea dipendenza, che attecchisce come il peggiore dei virus, che cresce di ascolto in ascolto, che non lascia spazio alle domande, che offre risposte a chi è affamato di musica e che appaga profondamente, sia dal lato puramente artistico che da quello prettamente pecuniario, l’abitante del pianeta suono. Quando la luce al neon diventa il Sole e le macchine in plastica e sangue camminano… maestosamente accattivante, mortalmente affascinante. Non vi resta che scoprirlo da soli. Front Line Assembly, il mito riparte dal capolavoro. Immenso. Imperdibile. Superbo.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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