Quarto capitolo per i tedeschi Wolfen, e quarta label, stavolta tocca alla Pure Steel Records tentare di piazzare la creatura di Colonia. La cosa dovrebbe in effetti far riflettere, visto che i Wolfen sembrano faticare a trovare il giusto spazio ed il giusto riconoscimento… quale potrebbe essere il vero motivo?
Ve lo dico io: l’heavy metal dei Wolfen non dice niente. Anonimo, cantato con una voce a dir poco sgraziata, sì carico di energia e di buoni propositi, ma alla fine dei conti molto, troppo inferiore alla media di uscite nel settore.

I dodici brani che compongono questo “Chapter IV” si alternano tra composizioni azzeccate, come la veloce e carica “Unbroken”, ad una marea di brani molto poco convincenti, tra cui ‘spiccano’ robe del calibro di “I am I” o “Dolor Mundis”, che sanno infastidire come pochi. Ascoltando più e più volte l’album per intero, chi vi scrive ne ha ricevuto una sensazione di vuoto, dovuta principalmente alla scarsa qualità della penna che ha scritto i brani. Tecnicamente infatti, i Wolfen sanno sicuramente suonare, ma sarà la voce di Andreas, sarà l’eccessiva derivatività dei pezzi, saranno certe soluzioni a dir poco pacchiane, i Wolfen riescono nel tentativo di farmi storcere il musetto ogni volta che li ascolto.

Purtroppo c’è solo l’imbarazzo (e molto) della scelta, per decidere il brano più brutto di “Chapter IV”. Facciamo così, rimandati al prossimo album, con la prossima casa discografica, sperando in un prossimo ravvedimento della band.