Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:63 min.
Etichetta:Code666
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CHIMERA
  2. AN ODE TO THE FORLORN
  3. SILENT STAGE
  4. GRADWANDERER
  5. DIE SEELENSTEINE
  6. WHEN THE LAST GLOW FLIES
  7. EXEMPTION
  8. THE BURNING SEA
  9. HERBSTSTURM

Line up

  • Martin Wiese: vocals, keyboards
  • Alboin: rhythm guitar
  • Patrick Damiani: lead, acoustic guitar
  • Jorn Grafe: additional lead guitar
  • Southie: bass
  • Michel Spithoven: drums

Voto medio utenti

Aspettavo con ansia fremente il nuovo disco degli Enid, dopo averli scoperti un paio di anni fa con il loro penultimo "Seelenspiegel", un album bellissimo. La nuova fatica è questo "Gradwanderer", un disco che spiazza e conquista ancora più del precedente. Laddove "Seelenspiegel", pur essendo un disco alquanto inclassificabile, era abbastanza lineare nelle strutture compositive ed aveva un'identità che, pur non essendo definibile a priori, era possibile identificare in una sorta di black metal a tinte folk/epiche, con grande uso di fiati e architetture classiche, il nuovo "Gradwanderer" si spinge decisamente oltre e non offre un solo punto di riferimento. La musica degli Enid ora è molto più varia, si nutre d’influenze che spesso sembrano cozzare tra di loro, talvolta sembra pure perdere in omogeneità e coerenza. Tutto ciò succede solo se però si analizza freddamente il disco e si tenta di sezionarlo pezzo a pezzo. Tuttavia non posso esimermi da farvi una breve analisi approfondita e puntuale del disco che, nel suo complesso, rappresenta una sorta di opera omnia la quale, stavolta sì, è nel suo insieme coerente ed omogenea. Apre il disco "Chimera", un pezzo che fonde l'approccio del precedente disco con una verve più romantica e teatrale propria di "Gradwanderer", con cori e accelerazioni che hanno un sapore progressivo. La successiva "An Ode To Forlorn" è una song epica, con atmosfere guerresche, quando accelera, e decisamente folk grazie ad alcuni pseudo-tribalismi. "Silent Stage" è una splendida ballad tutta piano e voce, nella quale Martin Wiese, vero e proprio mastermind degli Enid, sale in cattedra con un'interpretazione intensa e allo stesso tempo dolce e soave. La title-track è l'episodio più aggressivo del disco, con doppia cassa a manetta e atmosfere epico/guerresche di chiaro stampo blackish (in questo disco molto meno presenti che nel precedente) che vengono enfatizzate da fiati pomposi e cori medievaleggianti. "Die Seelensteine" è una suite di oltre 15 minuti ed è la song che più da vicino rimanda al folk propriamente inteso, con alcune atmosfere acustiche e malinconiche che ricordano gli Empyrium di "Weiland", anche se c'è il piano che incombe per tutta la durata col suo refrain nostalgico. "When The Last Glow Flies" allarga, e di molto, il range delle influenze e del sound degli Enid; il pezzo ha cadenze più rock-oriented, con degli arrangiamenti allo stesso tempo semplici ed efficaci nei quali è possibile cogliere qualche synth dal vago sentore "modernista". "Exemption" è un bagno di epicità, sospesa tra folk e musica classica, rasentando i canoni di una vera e propria soundtrack, con cori ben strutturati e orchestrati. "The Burning Of The Sea" è l'apice assoluto della follia e del delirio degli Enid, una song che è blues nella struttura e nei vocalizzi, ma pervasa dal sacro furore epic/folk della band tedesca e con Martin Wiese abile a saltare da vocalizzi teatrali a vocals "nere" come nella più pura tradizione americana; un esperimento tanto strano quanto riuscito. La conclusiva "Herbststurm" riprende un pò il tema progressivo del disco, riprendendo tra le altre cose i veloci assoli epici.
E' difficile esprimere un giudizio obiettivo su questo disco, essendo tanti i parametri e le variabili di cui tenere conto. Alcune di queste potrebbe indurre in giudizi affrettati. Certo è che non tutti hanno le capacità, e perchè no, gli strumenti per comprendere appieno questo disco. Io stesso che dovrei illuminarvi mi trovo in difficoltà. Certo è che preferisco il precedente disco, più omologato e "facile", ma devo ammettere che questo "Gradwanderer" ha un suo fascino del tutto particolare. In definitiva se volete provare qualcosa di veramente atipico e affascinante, dovreste dare una chance a questo disco. Per quel che mi riguarda ho gradito abbastanza.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.