Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2011
Durata:65 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. TREACHERY
  2. MY FINAL RELAPSE
  3. UNMAKE YOU
  4. BURIED BY THE LIGHT
  5. CHECKHOV’S GUN
  6. DECIPHERING THE SIGNAL
  7. AXIS MUNDI
  8. HOME MADE HOLOCAUST
  9. TUNING SHEARS TO SWORDS
  10. TECHNOCRAT
  11. SPIRITUAL GUILLOTINE
  12. AGAINST ALL GOOD
  13. AGAINST ALL EVIL

Line up

  • Yotam 'Defiler' Avni: vocals
  • Yaniv Aboudy: guitars
  • Tal Behar: guitars
  • Amir Salomon: bass
  • Iftah Levy: drums

Voto medio utenti

Oltre agli Orphaned Land, Arafel e Melechesh non ricordavo - colpevolmente - altre formazioni provenienti da Israele, una lacuna colmata ora dai Prey For Nothing, al loro secondo album, "Against All Good And Evil", in uscita per la Massacre Records, che segue a qualche anno di distanza l'esordio "Violence Divine" (2008).

Quello che ci propone questo quintetto è un Death Metal che punta quasi l'intera posta in gioco sulla componente tecnica del genere, rispetto alla violenza tout court.
Certo, il growling di Yotam 'Defiler' Avni non fa sconti a nessuno e quando alzano i ritmi e la velocità le canzoni si trasformano ("Home Made Holocaust" o "Against All Evil") in vere mazzate sonore, e non mancano nemmeno brani dove trapelano passaggi vicini ad un Metal più classico o con un tocco melodico, che si evidenzia sopratutto nello strumentale "Axis Mundi" o nelle clean vocals di "Against All Good". Tuttavia il focus dell'album verte su quei cambi di tempo e quelle ritmiche spiazzanti che caratterizzano buoni episodi come "My Final Relapse" o "Buried By the Light", ma che in altri momenti sembrano invece ritorcersi su stessi, come nel caso di "Checkhov’s Gun" e "Tuning Shears to Swords", in una sterile ostentazione di quanto i Prey For Nothing possano spingere oltre i propri mezzi, esecutivi e compositivi.

L'aver registrato il disco in Polonia presso gli Hertz Studios (dove sono già passati gruppi di spessore come Behemoth, Vader o Hate) garantisce poi una resa sonora ottimale, per un riuscito mix di brutalità e tecnica, a spaziare tra Death, At The Gates o In Flames, sicuramente non immediato e talvolta fin troppo esasperato, ma anche da non sottovalutare.

Well, it's a dirty job but someone's gotta do it
And it's a dirty review but someone's gotta write it ...
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.