Siggi Schwarz Band - Siggi Schwarz & The Rock Legends: Woodstock (Vol. 2)

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:67 min.
Etichetta:Demolition Records
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. SUMMERTIME BLUES
  2. WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS
  3. WOODSTOCK
  4. FREEDOM - MOTHERLESS CHILD
  5. PURPLE HAZE
  6. TRY
  7. BLACK MAGIC WOMAN
  8. TOBACCO ROAD
  9. RED HOUSE
  10. FIRE
  11. LET'S WORK TOGETHER
  12. KOZMIC BLUES
  13. JINGO
  14. ON THE ROAD AGAIN

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

Nell’agosto del 1969, a Bethel, una piccola città agreste nello stato di New York si svolse la tre giorni di “pace, amore e musica” universalmente conosciuta come il Festival di Woodstock, apoteosi di quel movimento flower power che solo qualche mese più tardi avrebbe visto soffocare nel sangue tutte le sue utopie libertarie (Charles Manson e il massacro di Bel Air, Altamont, …).
Quei fugaci momenti di libertà e creatività assoluti, in cui l’illusione che esistesse davvero “un’isola felice” fondata sulla musica sembrava prendere forma concreta, rimangono comunque l’emblema espressivo (ed in un qualche modo l’epitaffio) inequivocabile degli anni sessanta, l’epoca probabilmente più fulgida per il rock, ed è per questo che l’operazione di celebrazione di quell’happening, organizzata dal chitarrista tedesco Siggi Schwarz e da una schiera di ospiti autorevoli (si va da Chris Thompson, voce per Manfred Mann e Steve Hackett, passando per i miti Michael Schenker e Steve Lukather, per Geoff Whitehorn, collaboratore di Procol Harum, Bad Company, … , e finendo con Alex Conti, Josè Cortijo, Romi Schickle, Erin Perry e parecchi altri, nomi magari leggermente meno noti, ma certamente all’altezza dell’impegnativa situazione) ha sicuramente una certa valenza artistica, sebbene personalmente non sia un grande estimatore, al di là di una “naturale” fascinazione iniziale, di queste forme di esibizione in configurazione “all star”, per di più se infarcite (cfr. il booklet del disco) di descrizioni dettagliate (con dovizia di marche e modelli) delle strumentazioni utilizzate (Siggi, tra l’altro, è anche titolare di un negozio specializzato), che sanno tanto di pubblicità neanche tanto subliminale.
Se poi si tratta, come in questo caso, di riproporre quattordici brani (scelti tra il ricchissimo materiale a disposizione …) diventati autentici “classici” del rock, grazie anche alla devastante carica emozionale offerta dai loro interpreti originali (Joe Cocker, Jimi Hendrix, Santana, Janis Joplin, Johnny Winter, Canned Heat, …) è chiaro che l’operazione di riproposizione non può prescindere dal tentativo di recupero del giusto “spirito” (dacché, per ovvie ragioni, la tecnica non è mai in discussione), ed è fortunatamente in questo campo che l’insigne team sembra aver compiuto gli sforzi maggiori, restituendoci versioni abbastanza calorose e credibili, capaci di coniugare devozione e personalità pur senza travolgere, è bene sottolinearlo, con dosi particolarmente impetuose di feeling.
“Woodstock” è, dunque, un disco assolutamente prescindibile, che tuttavia si lascia ascoltare con un certo piacere e che sarà utile soprattutto per “non dimenticare” o, ancora di più, per sperare che sappia indurre qualche “imberbe” musicofilo a (ri)scoprire il lavoro di questi (e magari anche di quelli qui non rappresentati) straordinari giganti della stagione più magica della rock-music.
Completamente trascurabile la bonus video-track, sette inconsistenti minuti di “dietro le quinte” catturati durante le sessioni di registrazione in studio.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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