Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:41 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SEVERED HEAD STONING
  2. PSYCHOTIC PRECISION
  3. DECENCY DEFIED
  4. FRANTIC DISEMBOWELMENT
  5. ROTTED BODY LANDSLIDE
  6. CYANIDE ASSASSIN
  7. FESTERING IN THE CRYPT
  8. NOTHING LEFT TO MUTILATE
  9. BLUNT FORCE CASTRATION
  10. THE WRETCHED SPAWN
  11. SLAIN
  12. BENT BACKWARDS AND BROKEN
  13. THEY DESERVE TO DIE

Line up

  • George "Corpsegrinder" Fisher: vocals
  • Alex Webster: bass
  • Pat O'Brien: guitars
  • Jack Owen: guitars
  • Paul Mazurkiewicz: drums

Voto medio utenti

Recentemente acclamati come la band estrema più venduta nella storia del heavy metal, gli inossidabili Cannibal Corpse tornano sulle scene all'indomani di quel "Gore Obsessed" che, pur conseguendo i soliti ottimi risultati commerciali, aveva spaccato in due l'audience della band floridiana, portando anche gli ascoltatori più affezionati a mormorare parole di sconforto e di sfiducia riguardo al futuro della band. Impermeabili alle critiche come sempre, i cinque deathster non hanno tardato a rispondere per le rime ai detrattori pubblicando un album come "The Wretched Spawn" che, pur restando fedele alla poca mobilità stilistica che da sempre contraddistingue i Cannibal Corpse, sembra puntare non solo sulla violenza esecutiva fine a se stessa, ma anche e soprattutto sull'ottima tecnica strumentale e su brani strutturati in maniera più movimentata, vicini sia al techno thrash che al death metal puro. Viene quindi fatto spazio anche a claustrofobici mid tempo, impreziositi in maniera ineccepibile da un suono di chitarra saturo fino all'inverosimile eppure mai confuso, che vanno alternandosi per tutta la durata del disco (anche all'interno di un unico brano, come accade nell'ottima titletrack) alle classiche sfuriate "made in Florida" che da sempre contraddistinguono il sound del combo. Ancora una volta il produttore Neil Kernon riesce a lasciare l'ascoltatore basito per la pulizia e la potenza del prodotto, curato sin nei minimi particolari ma ben lungi dal risultare un disco troppo "leccato" o dagli angoli smussati. Onore quindi ai Cannibal Corpse, in grado di reinventarsi con "The Wretched Spawn", tirando così fuori il loro lato più 'doomy' e granitico ("Festering In The Crypt" su tutte) pur senza rinnegare lo stile furioso che ha portato la formazione all'odierno successo. Vengono così accontentati sia i fan più intransigenti del combo che i detrattori, da sempre particolarmente severi con il gruppo capitanato da Alex Webster. Non siamo di fronte ad un capolavoro, questo è chiaro, ma "The Wretched Spawn" dimostra come si possa suonare death metal classico con intelligenza, perizia tecnica e stile pur senza inventare nulla di veramente nuovo e rivoluzionario.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci
the wretched spawn

più sul death classico che sul brutal comunque un album godibile

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