Copertina 5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:51 min.
Etichetta:Firebox
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. WORM OF NA'RUQ
  2. DESOLATE
  3. HALLA
  4. THE 13TH HORROR
  5. PERVERTUM II

Line up

  • Wohi: vocals
  • Blood: guitars, bass
  • Horned Black: drums

Voto medio utenti

Ci ho provato e riprovato, in tutti i modi, a farmi piacere questo "Deimos XIII" dei finlandesi Woods Of Belial... ma purtroppo ho scoperto che il "Suicide Doom Metal" non fa proprio per me, soprattutto se presentato in questa veste, con 5 sole canzoni che superano abbondantemente i cinquanta minuti di durata!! Peccato che idee potenzialmente buone siano vanificate da lunghissime parti di rumore, con urla e frasi sconclusionate che mi hanno ricordato gli "album" (!) degli Abruptum. Già dall'inutile intro avrei dovuto capire che le cose non andavano esattamente per il verso giusto, tra melodie che rasentavano la fiera dello scontato e atmosfere simil-esoteriche da sindrome della banale interpretazione degli scritti di Lovecraft. Se la prima canzone mi ha quindi lasciato indifferente, la seconda mi ha parzialmente risollevato. Il sulfureo riff iniziale, nella migliore tradizione doom, è uno schiacciasassi lanciato a piena velocità verso la testa dell'ascoltatore. Fino a qui, niente di male, se non fosse per la voce poco incisiva del cantante e qualche inserto di tastiera davvero fuori luogo... "Desolate" si candida quindi a migliore canzone del lotto, almeno fino al momento in cui non prevale l'anima rumorista dei Woods Of Belial. Da quel momento in poi solamente accordi tenuti lunghissimi, urlacci e tastierine che probabilmente vorrebbero sembrare orrorifiche, per altri interminabili minuti di noia completa. Gli altri tre pezzi purtroppo non riescono assolutamente a migliorare le sensazioni raccolte fino a questo momento, rendendo il resto dell'album quantomeno indigeribile per un ascoltatore che non abbia voglia di sviscerare a tutti i costi un lavoro ascoltandolo fino alla nausea per poi finire con il farselo piacere a forza. I pochi spunti positivi potranno giusto piacere agli amanti del "Goat Metal" che si incontra con l'"Industrial Suicide Medication Music"... un'altra assurda definizione per indicare l'assoluta mancanza di idee.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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