Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2011
Durata:55 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. DYSTOPIA
  2. ANTHEM
  3. BOILING POINT
  4. ANGUISH OF YOUTH
  5. V
  6. DARK CITY
  7. EQUILIBRIUM
  8. DAYS OF RAGE
  9. END OF INNOCENCE
  10. TRAGEDY & TRIUMPH

Line up

  • Stu Block: vocals
  • Jon Schaffer: guitars, bass
  • Brent Smedley: drums
  • Troy Seele: guitars
  • Freddie Vidales: bass

Voto medio utenti

Ok, lo ammetto: Jon Schaffer mi sta un po’ sugli zebedei. Pieno di sé seppur bravissimo condottiero della ‘sua’ creatura Iced Earth, ricordo ancora quando Tim ‘Ripper’ Owens sostituì Matt Barlow dietro al microfono, e Jon gongolava, parlando di ‘nuova era’ per la band, e di un cantante a suo avviso fantastico. Poco tempo dopo, alla conferenza stampa svoltasi al Gods 2008 (Matt era appena rientrato nella band), quando gli fu chiesto un parere sull’appena silurato Tim, il buon Jon rispose: “Tim chi? Gli Iced Earth hanno sempre avuto un solo cantante, e si chiama Matt Barlow”. Bene, adesso arriviamo ai giorni nostri. Il tempo di attesa per il nuovo “Dystopia” è stato speso da Jon ad incensare il nuovo singer, Stu Block, ugola canadese degli Into Eternity. Nelle ultime dichiarazioni, lette ieri su Blabbermouth, Schaffer dichiara che ‘Stu, se continua così, rischia seriamente di entrare nella storia del metal, in quel ristretto novero di cantanti che passeranno all’immortalità artistica per la loro voce incredibile’. Alé. Cosa succederà quando, tra due-tre anni, il buon Stu verrà allegramente trombato, non appena Barlow si stuferà di fare il pompiere, il casalingo o quel diavolo che gli pare, e vorrà tornare sul palco?

Tutto questo off topic solo per fare un preambolo al nuovo album. “Dystopia” suona nel mio lettore da giorni ormai, e la prima impressione che ho avuto è rimasta praticamente la medesima fino ad ora. Questo disco non mi piace per niente. Scritto a quattro mani proprio da Block e Schaffer, “Dystopia” è un coacervo di canzoni cadenzate e massicce, prodotte magnificamente, ma che non presentano un briciolo di novità, ispirazione, convinzione. E sì che il nuovo cantante ce la mette tutta a fare mille voci diverse (“Boiling Point” ha acuti halfordiani, accompagnati alla solita voce potente e roboante, l’opener “Dystopia” presenta momenti filtrati ed allucinati, e così via); d’altronde, siamo seri, Block è un signor cantante power, pur non essendo sto fenomeno assurdo, come ce lo vuole vendere Schaffer. Qua quello che non funziona, a nostro parere, sono le canzoni, che sembrano costruite una via l’altra tirando fuori il riffone di turno, e sperando ancora di impressionare l’audience con i bpm. Poi arrivo alla traccia 4, “Anguish of Youth”, e ci trovo una semi-ballad semi-acustica alla NIckleback… E poi ancora: “V” vince il premio ‘canzone anonima 2011’, “Dark City” ha uno di quegli intro arpeggiati che sembrano gli Iron Maiden dei tempi peggiori (ossia gli ultimi 5-6 anni), “Equilibrium” è un mid-up tempo con un’altra cavalcata in tre alla Maiden, ma boh, tra 5 minuti non mi ricorderò una nota di quanto ascoltato finora. Andiamo avanti: “Days of Rage” continua con la solfa strofa incazzosa-ritornello di una sola parola ripetuta all’infinito-assolo sborone ecc. ecc., “End of Innocence” è il secondo momento acustico (due canzoni acustiche in uno studio album degli Iced Earth???) che Stu ha scritto pensando alla madre che combatte contro il cancro, e chiudiamo in bellezza con “Tragedy and Triumph” (piccola nota: questa song e l’opener si incastrano liricamente nella “Something Wicked Saga”), il brano più lungo e forse il migliore del lotto, in cui viene parzialmente recuperata l’epicità e la cattiveria musicale che sono state il marchio di fabbrica dei migliori Iced Earth (si, ma che riff scontato, di nuovo gli ultimi Iron Maiden!!!).

Rileggendo la recensione, sembra quasi che questo disco faccia schifo. Così non è. “Dystopia” è solo ben al di sotto delle mie aspettative, e ben al di qua di tutte le roboanti dichiarazioni di Jon Schaffer. Voglio vederlo tra qualche tempo, quando prenderà a calci in culo il povero Block, tanto fenomenale e bravo con i suoi Into Eternity quanto sacrificato e sprecato su questo album, che mi puzza un filino di ciofeca. Fate vobis.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino
bell' album

Un buon album, di un chitarrista sopravvalutato ma personale, spesso ottimo compositore, con uno stile riconoscibile e personale e cmq da vent'anni sulla scena...stu block, poi,mi piace, e molto...a sto giro graz non mi trovi concorde...non puoi dirmi che preferisci i Rinxeed agli Iced?????? :-) de gustibus

-.-

santo graal... aehm no, santo graz :P cmq parole sante...

Schaffer

il chitarrista più sovravvalutato della band più sopravvalutata (insieme ai mastodon) del metal... bah !!!

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 19 ott 2011 alle 15:31

Sono forse l'unico ad andare controcorrente! Il disco non mi dispiace affatto forse perchè i due precedenti (...facciamo anche 3 ) sono stati veramente deludenti. Certo non un capolavoro però lo ascolto! Quoto.

Inserito il 19 ott 2011 alle 09:48

comprai glorious burden e rimasi delusissimo, da li più nlla ma la curiosità di BLOCK come cantate è tanta. devo ancora capire sta settimana compro questo icead earth o l'arch matheos?.... la risposta l'ho gà

Inserito il 18 ott 2011 alle 22:25

sperare in qualcosa di buono negli IE nel 2011 è come sperare che Mosconi si dia al catechismo

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