Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Limb
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE GATE
  2. RAZORBLADE ROMANTIC
  3. HEAVY METAL THUNDER
  4. ONE SHOT
  5. NIGHTMARE
  6. COLD BLOOD
  7. WHERE ANGELS DIE
  8. RIDING THROUGH TIME
  9. LET THE TANKS ROLL
  10. BULLSHIT LOVER
  11. SINNER

Line up

  • Sammy Lasagni: guitar
  • Anthony de Angelis: vocals
  • Peter Gander: drums
  • Mitch Koontz: bass

Voto medio utenti

Anche se non lo avessero scritto sulla biografia, non sarebbe stato difficile intuire il passato di cover band di questo gruppo svizzero. E' infatti evidente come i Godiva non riescano a scrollarsi di dosso un periodo trascorso ad affrontare brani delle più famose metal bands, che per anni hanno reinterpretato sotto il nome di Granit. Comunque, sebbene il loro songwriting non sia al massimo dell'originalità, la lezione l'hanno imparata e pure bene. Trasformatisi alcuni anni fa negli attuali Godiva, sono arrivati piuttosto velocemente all'autointitolato album di debutto, avvalendosi per la produzione dell'aiuto di due personaggi piuttosto noti (e bravi) come Tom Naumann and Achim Köhler. Altri nomi importanti sono quelli riecheggiati dal cantante Anthony de Angelis, il quale se la barcamena discretamente tra Biff Byford, Rob Halford e Udo. "The Gate" è l'immancabile intro, tocca allora a "Razorblade Romantic" mostrare la vera faccia dei Godiva. Un pezzo decisamente priestiano, con molti punti di contatto (anche per la scelta dei suoni) con i Primal Fear ed Gamma Ray più recenti... già, chi lo avrebbe detto vero? Più tradizionale il pezzo seguente, ma con un titolo come "Heavy Metal Thunder" cos'altro c'era da aspettarsi se non un brano rutilante e con delle atmosfere tra Saxon ed Accept? Eppure a dirla tutta nel ritornello mi vengono in mente addirittura i Metal Church del loro album di debutto. "One Shot" si segnala più che altro per l'interpretazione grintosa di Anthony, mente "Nightmare" e "Cold Blood" scorrono via senza troppi sussulti e con qualche Déjà Vu di troppo. "Where Angels Die" vivacizza un po' l'ambiente con un attacco veloce e scanzonato, un lavoro di basso e chitarra tipico degli Helloween. "Riding Through Time" è il brano che preferisco, da subito aggressivo e con delle belle soluzioni vocali, con i Judas Priest nuovamente nel mirino. Nonostante le ambizioni anthemiche "Let The Tanks Roll" è piuttosto piatta, invece "Bullshit Lover" apre inaspettatamente a sonorità più rockeggianti ed accattivanti. A questo punto rimane solo la conclusiva "Sinner", che si affianca idealmente alla già citata "Heavy Metal Thunder". I Godiva (certo che come nome potevano scegliere qualcosa di meglio!) mostrano di avere solide basi, ora tocca personalizzare la ricetta. Comunque divertenti.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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