Copertina 7

Info

Anno di uscita:2011
Durata:32 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. JUDGMENT AWAITS YOU
  2. AGONY OF THE DAMNED
  3. BITCH
  4. RED WINTER
  5. NOWHERE TO RUN
  6. I AM DISEASE
  7. IN THE DEPTHS (OF YOUR MIND)
  8. THE LIARS ARE BURNING
  9. REVELATIONS
  10. SOUND THE CHARGE

Line up

  • Joel Grind: vocals, guitars
  • Phil Gnaast: bass
  • Nikki Bellmore: drums

Voto medio utenti

Rispolverate i vostri vecchi chiodi, lucidate le borchie, tirate fuori dall’armadio i vostri jeans elasticizzati perché è tornado Joel Grind con la sua macchina da guerra Toxic Holocaust! Se conoscete il personaggio è inutile che vi dica che anche questa volta ci troviamo di fronte ad un disco senza compromessi, che se ne frega altamente delle mode, degli sviluppi e delle meteore del metal, un disco suonato da un rozzo individuo che va avanti per la sua strada, seguendo il suo stile, facendo quello che gli piace fare, e cioè dell’ignorantissimo thrash metal, intriso fortemente di sprazzi di black old style, e di ben più di qualche influenza hardcore. Anche se, a voler essere pignoli, il buon Joel qualcosa l’ha cambiata questa volta… Se appare subito evidente il cambio di logo e lo stile differente della copertina rispetto agli album precedenti, solo dopo un primo ascolto ci si può rendere conto che sono state inserite diverse parti in mid tempos, elemento alquanto innovativo nella proposta musicale dei nostri. Talmente innovativo che, credeteci o meno, è proprio quello che piace di meno in questo nuovo album… Mi spiego… basando la propria musica molto più sull’attitudine che sulla forma, Grind abbraccia quello stile basato sue due massimo tre riff a brano. In pezzi dalla velocità elevata questo non risulta un problema, in quanto tutto scorre veloce e indolore. Quando invece mi ripeti lo stesso riff per due/tre minuti su un mid tempo, beh, il latte inizia a scendere alle ginocchia (vedi “I am disease”, quattro minuti quasi insopportabili). Fortunatamente si tratta di episodi isolati, mentre nel resto del disco si continua a pestare alla cecata senza troppi fronzoli, basti ascoltare la velocissima “The liars are burning”, la punkeggiante “In the depths (of your mind)” o “Bitch”, un nome un programma, che, sono sicuro, diventerà uno dei nuovi classici del gruppo, per non parlare del finale affidato a “Revelations” e “Sound the charge”, due bordate speed thrash nella migliore tradizione del genere. “E dov’è la novità?”, potrebbe obiettare qualcuno di voi… “E chi la vuole la novità?”, vi rispondo io… Chi se ne frega che questi sono riff già sentiti, chi se ne frega se non si discosta molto dai suoi precedenti album, chi se ne frega se Sodom, Destruction o Nuclear Assault suonavano questa roba già venti anni fa. Come nel caso dei Municipal Waste, se una cosa suona bene e ti piglia, va benissimo così. E non a caso ho nominato l’altra allegra combriccola, in quanto sia i Municial che i Toxic sono forse le uniche due band ad aver proposto qualcosa di veramente interessante in questo periodo, ormai già abbastanza lungo, di thrash revival, gli unici due gruppi ad avere dalla loro quel quid in più che gli permette di distinguersi dalla massa… Gli unici due gruppi, in poche parole, ad avere attitudine e personalità. “Conjure and command” non è certo il disco del secolo, ma è un disco onesto e forse il più completo dei quattro pubblicati fin’ora dalla band e viaggia via alla grande tra stop & go al fulmicotone e vocals e riffing ruvidi e taglienti, il tutto condito da una produzione che rispecchia al meglio l’attitudine selvaggia, volutamente minimale, e sincera del gruppo…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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