Copertina 6

Info

Anno di uscita:2004
Durata:43 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. TORN PAGES
  2. UNLEASHED
  3. FALL FROM GRACE
  4. THE STRUGGLE
  5. TO SEE YOU BLEED
  6. SADIST WAYS
  7. RESURRECTION

Line up

  • Patrick Vigil: vocals
  • Greg Valencia: guitars, vocals
  • Jase Freakly: guitars
  • Pat Mello: bass
  • Ira Harris: drums

Voto medio utenti

I Watch Them Die sono qui all'omonimo debutto e ci tengono a farci sapere la location di provenienza che, a mò di marchio di fabbrica, dovrebbe instradarci verso la comprensione della loro proposta musicale: Oakland, Bay Area. Fin qui nulla da eccepire, ma quando si preme il tasto play del lettore ci si accorge fin da subito che le cose non stanno esattamente così. La band pur riproponendo gli stilemi classici del "bay area thrash" si diverte a contaminarla con un approccio puramente HC e ad ingozzarla con riferimenti alla scuola nordeuropea dell'extreme metal. Il risultato non è sempre pari alle aspettative, pur dovendo riconoscere alla band il merito di aver dato vita ad un platter quantomeno interessante nelle intenzioni. Uno dei difetti principali di questo disco è l'estrema prolissità della proposta che, sovente, si esprime su distanze inusuali per un disco che, a detta degli stessi californiani, dovrebbe suonare d'impatto. I due cantanti sono bravi, anche se le voci sono alquanto simili, simili nel senso che non c'è, come di solito avviene, il growler e lo screamer, ma entrambi preferiscono esprimersi di screamin'. Le composizioni alternano le classiche sfuriate thrash, nelle quali sale in cattedra il batterista, a parti più classiche, nelle quali la fanno da padrone le chitarre con assoli veloci e aggressivi. Spesso la sensazione di trovarsi di fronte ad un disco di puro swedish sound è palese, e ciò è strano fatto da una band americana. Anche la scelta di una produzione non proprio potente e pulita vale a distanziarli da quelli che sono i canoni americani e californiani soprattutto (sono concittadini dei Machine Head). Accennavo prima al fatto che il risultato non sia sempre all'altezza, vuoi perchè la prolissità (la conclusiva "Resurrection" sembra non finire mai con i suoi quasi nove minuti...) va a scapito della qualità delle idee e dell'impatto, vuoi perchè forse il progetto era troppo ambizioso per le capacità, seppur buone, dei Watch Them Die. Il disco nel complesso è discreto, ma se proprio volete arrischiare i vostri soldini io vi consiglierei l'ultimo dei Konkhra che in quanto a sound è simile a quello dei Watch Them Die, ma con una classe, una potenza e una bravura certamente superiori. Tirate pure le vostre somme.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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