Vengono dalla Catalunya ma hanno un sound che ricorda quello delle band provenienti dal Centro Europa, i Noctisdark con questo “The roots of dreamers” tentano di uscire dall’underground del loro Paese nella speranza di farsi un nome all’interno del circuito death/doom/gothic.
Il cd in questione contiene come bonus anche i brani dell’ep “The four songs…” del 2007 per una durata totale superiore ai quaranta minuti.
Si ha quindi fra le mani materiale sufficiente per farsi una idea precisa delle coordinate in cui si muove il quartetto di Alcanar.
Cominciamo col dire che la band ce la mette tutta nel costruire delle intense atmosfere come colonne portanti del proprio sound ma che, seguendo attentamente lo svolgimento dei brani, non riesce a mantenere intatti il pathos e la tristezza.
Probabilmente ciò è da imputare ad una mancanza di maturità piuttosto che di idee, ma questo è un elemento che alla fine ha il suo peso nello stilare la valutazione di “The roots of dreamers” e su cui, onestamente, non si può chiudere un occhio.
Peccato perché alcuni spunti non difettano di interesse (v. i passaggi moreschi di “In the touch of the morning sun”), ma alla fine il cd scivola via fra il “già sentito”. Già sentiti sono i toni magniloquenti, così come l’alternanza di cantato e i rallentamenti ad hoc a la My Dying Bride.
Così come sono messi oggi, i Noctisdark danno l’impressione di non riuscire a trasmettere tutto quello che hanno nelle loro corde anche se agli amanti della sopracitata scena potranno regalare qualche emozione in più.