Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:30 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. SACRIFICE IN VAIN
  2. RAVAGED
  3. TRIBULATION
  4. THEY RISE
  5. MANIFESTATION
  6. SEASON OF EXTINCTION
  7. THE PAIN REMAINS
  8. BASHER
  9. AGGRAVATED BATTERY
  10. CUIDATE DEL TRAIDOR

Line up

  • J. P. Soars: guitars
  • Duane Timlin: drums
  • Jason Blachowicz: vocals, bass

Voto medio utenti

I floridian death metallers Divine Empire possono annoverare tra le loro fila l'ex Malevolent Creation Jason Blachowicz e l'ex Anal Cunt Duane Timlin e, come se non bastasse, già ben due album alle spalle, "Redemption" del '98 e "Doomed To Inherit" del 2000. Viste le credenziali non ci si poteva non aspettare quello che in realtà si è poi verificato: death metal nudo e puro, direttamente proveniente dalle Everglades floridiane. Vi dico subito che il disco non aggiunge nulla alla casistica di un genere (come potrebbe d'altronde?) già ampiamente sondato, in lungo e in largo, da veri e propri mostri quali Deicide, Morbid Angel, Immolation e via dicendo, ma si lascia apprezzare per alcune peculiarità che lo rendono quantomeno un minimo interessante. Tali peculiarità vanno ricercate nell'assalto che è sì brutale, ma mai realmente feroce se non per brevi tratti, tratti nei quali fa il suo bel mestiere il batterista Timlin, con sfuriate debordanti. I Divine Empire preferiscono riffs più intricati e ricercati e atmosfere decisamente angosciose rispetto al solito assalto "ignorante". Questo depone decisamente a loro favore anche in virtù dell'ottima prova vocale di Blachowicz, abile a deliziarci sia con profondi growls sia con screams vetriolici. L’ascolto di “The Pain Remains” o “Basher” ne è valida testimonianza.
Ciò che resta alla fine è un buon disco, un disco che tuttavia si ascolta giusto un paio di volte e poi lo si ripone sullo scaffale a prender polvere. Con tutto ciò non mi sento di stroncare i Divine Empire, onesti e validi mestieranti che rappresentano la base di un genere sul quale si stagliano vette altissime di bands quali Nile, Cryptopsy, Dyng Fetus e via dicendo.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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