Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Relapse

Tracklist

  1. SHOOT THE PIGS
  2. GIFTED HORSE
  3. DISPERSE THE CURSE
  4. GLASS ROSES
  5. BEAST OF BOURBON
  6. KILL THE LIARS
  7. UNHOLY FOE
  8. SUICIDE BELT
  9. DULLARDS CREED
  10. SCARS
  11. BLACKED OUT IN BROAD DAYLIGH

Line up

  • "Dixie" Dave Collins: bass
  • Erik Larson: drums
  • Vince Burke: guitars
  • Troy Medlin: vocals

Voto medio utenti

Andando a spulciare con attenzione la lineup degli Hail! Hornet ci si accorge come la formazione di questa band sia composta da musicisti piuttosto noti all'interno del circuto southern/stoner/sludge: oltre a Dixie dei Weedeater infatti troviamo l'ex batterista degli Alabama Thunderpussy Erik Larson e due ex Sourvein e Buzz*ven come il cantante Troy Medlin e il chitarrista Vince Burke. Inevitabilmente il sound che esce dall'unione delle teste di quattro personalità come queste e che costituisce "Disperse The Curse" non può altro che essere uno stoner con qualche venatura sludge, che talora puzza di Crowbar anche se in una versione meno "paludosa". In realtà il disco non poggia sulla riproposizione di riff sabbathiani suonati a velocità ridotta e con un incedere pachidermico (anche se ovviamente momenti come questo ce ne sono all'interno del disco), ma spesso viaggia a ritmi sostenuti e con una certa attitudine hardcoreggiante, come nel caso di "Gifted Horse", l'iniziale "Shoot The Pigs" o "Beast Of Bourbon". La componente maggiormente sludge viene a galla invece in pezzi come la titletrack, "Glass Roses", "Kill The Liars" o "Dullards Creed", dove a dettare il tempo sono appunto riff possenti e lenti in una sorta di incontro tra Crowbar e Eyehategod. A fronte quindi di un'alternanza tra pezzi diretti ed altri dal gusto più doomy e fangoso, la qualità di questo "Disperse The Curse" si mantiene su discreti livelli, anche se a onor del vero sono pochi i brani a fare scattare la fatidica scintilla (sicuramente "Shoot The Pigs", "Disperse The Curse" e "Beast Of Burbon", brano molto rock'n'roll tra l'altro). Un disco non eccelso quindi, ma nemmeno interamente da buttare. Per i fagocitatori inveterati di queste sonorità un ascolto merita 42 minuti del vostro tempo, se non altro per i nomi coinvolti nel progetto; in questo campo però l'ultimo dei Crowbar è nettamente superiore a questo "Disperse The Curse", per cui perdere tempo con una bruttacopia quando gli originali sono senza dubbio meglio?
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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