Copertina 8

Info

Anno di uscita:2011
Durata:40 min.
Etichetta:Relapse

Tracklist

  1. GUILTLESS
  2. THE FATE BEFORE FATE
  3. GUILTY
  4. THE END OF TRUTH
  5. SUPPLICANTS
  6. BANALITY
  7. NO GRACE

Line up

  • Ron DeFries: bass
  • Bill Bumgardner: drums
  • Sean Patton: noise
  • Dylan O'Toole: vocals, vuitar
  • Will Lindsay: vocals, guitar

Voto medio utenti

Forti del contratto con la Relapse, gli americani Indian giungono così al traguardo del quarto disco in studio, intitolato "Guiltless", di cui colpisce sin da subito la bella copertina (una costante del gruppo, tra l'altro). La proposta musicale strizza l'occhio ad un certo sludge/doom che ormai sembra essere uno dei trend più in voga in ambito estremo (basti vedere i bill del Maryland Deathfest o del più vicino Hellfest), ma che si caratterizza per una certa originalità di fondo che non si può fare a meno di considerare: i brani hanno tutti una lunghezza abbastanza elevata, e pongono bene in primo piano chitarre sottoaccordate ma dal suono secco piuttosto che rotondo e ciccione, tipico di band come Crowbar, quasi a mostrare delle influenze black metal o hardcore. Ovviamente sono i tempi lenti a dominare la scena, talvolta vivacizzati da qualche parte più in your face, e le sensazioni che ne derivano non possono di certo che essere negative, di uno spleen esistenziale opprimente e schiacciante, come le varie "Guiltless", "No Grace", "The Fate Before Fate", "Guilty" sono qui a testimoniare. Lo scream quasi black metal del singer Dylan O'Toole (o Will Lindsay, non ho ben capito chi cante) poi sprigiona una negatività incredibile, rendendo questo disco maligno come non mai, una perla di nichilismo sonoro che potrebbe essere paragonata in qualche misura ai Cough più lenti e disperati. L'unica ancora di salvezza è data dall'intermezzo acustico "Supplicants", ma è un'effimera illusione prima che la conclusiva "Benalty" faccia ripiombare l'ascoltatore nell'abisso con i suoi 9 minuti di durata.
In soli 40 minuti, gli Indian mettono sul piatto un gran disco di sludge/doom efferato che se non maneggiato con cura può indurre alla follia le orecchie più inesperte e delicate, messe a dura prova da così tante vibrazioni negative insieme. Relapse ancora una volta infallibile o quasi nel raccogliere sotto la sua ala protettiva le band più promettenti del panorama sludge/doom underground, ed ennesimo disco questo "Guiltless" da acquistare ad occhi chiusi per i fan del genere.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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