Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2010
Durata:82 min.
Etichetta:Limb Music

Tracklist

  1. SYMPHONY OF WAR
  2. WE RISE
  3. MILLION SINNERS WORLD
  4. EVIL MAGICIAN
  5. IN THE NAME OF HEATHEN GODS
  6. MONTE CRISTO
  7. I'M A LIONHEART
  8. SLEEPING BEAUTY (BONUS TRACK)
  9. NO MERCY FOR THE ENEMY (BONUS TRACK)
  10. UNHOLY ABYSS
  11. DISC 2: METALLIC TRAGEDY - CHAPTER 2: THE HOLY PENTALOGY

Line up

  • Olaf Hayer: vocals
  • Roma Siadletski: vocals
  • Dushan Petrossi: guitars
  • Vassili Moltchanov: bass
  • Philippe Giordana: keyboards
  • Freddy Ortscheid: drums

Voto medio utenti

Dushan Petrossi ed i suoi Magic Kingdom arrivano, dopo ben sei anni di attesa, al terzo capitolo in studio. In questo periodo di indugio, la band ha anche cambiato cantante, reclutando nientemeno che quell’Olaf Hayer che molti di voi conoscono magari per il suo lavoro con Luca Turilli… E quale scelta migliore, per un album che si candida a ‘miglior clone dei Rhapsody’?? Esatto, amici lettori di Metal.it. “Symphony of War” ci racconta tutto dal titolo: symphonic/power/speed metal di Turilliana memoria, un cantato alto e ficcante, che fa il paio con le occasionali growls (veramente brutte, a parere di chi scrive) di Roma Siadletski, anch'egli già con gli Iron Mask, tematiche rigorosamente fantasy/guerra/epica/spade e dragoni, ed un lavoro diviso in due cd, di cui il secondo contiene la lunga suite, divisa in cinque movimenti, “Metallic Tragedy – Chapter 2: The Holy Pentalogy”. Titolo modesto e non roboante, vero?? Ovviamente, questo secondo capitolo porta avanti la storia narrata nella prima parte, presente nell’album omonimo del 2004, ed è un po’ l’epitome di questo nuovo album: parti sinfoniche, riffoni lanciati in speed, cantato alto ed acuto fino (quasi) allo sfinimento, contrastato dai vocioni guerreschi; qua e là inserti in latino, assoli in shred…. Oddio, ho finito i luoghi comuni sul symphonic metal…

Insomma, avete capito. “Symphony of War”, pur essendo un prodotto suonato e prodotto molto bene, paga a caro prezzo la prevedibilità di ogni nota presente. Colpa, probabilmente, di un songwriting non proprio ispirato dagli déi, anche se bisogna dare atto a Dushan ed a tutti i Magic Kingdom che c’è un gran lavoro dietro, e di sicuro non mancano i bei pezzi, soprattutto nel primo dischetto: penso alla potente “We Rise”, a “Monte Cristo” o “I’m a Lionheart” che farebbero la gioia del Graz e di tutti gli amanti del trve becer power metal. Facciamo così: acquisto consigliato agli amanti del genere; ma comunque, mano sul cuore, di roba ben peggiore ne ascolto ogni giorno, eh.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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