Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:38 min.

Tracklist

  1. RADIOACTIVE MISERY
  2. BODY BLOW
  3. BULLSHIT & BACKSTABBING
  4. HATED
  5. MOTHERFUCKERS (LIKE YOU)
  6. WEREWOLVES ON BLACKSTREET
  7. SPIT ON ME
  8. THE UNLUCKY MINORITY
  9. WOULD YOU LOVE A CREATURE
  10. TOO BAD FOR YOU
  11. DRAG ME TO THE GRAVE

Line up

  • Jamie: vocals
  • Lestat: guitar & backing vocals
  • Rikki: bass & backing vocals
  • Cari: drums & backing vocals

Voto medio utenti

Rock... con la “ere” maiuscola!
Hated dei Sister, rientra senza dubbio in questa categoria... un bel rock “caciarone”, diretto, schietto ed irriverente!
Influenze new-punk, hard rock e glam che convergono tutte quante in una ottima realizzazione curata, suonata bene, registrata indubbiamente con il supporto di una produzione importante e mixata come si deve... non mi dilungherò in inutili tecnicismi parlando della masterizzazione... ma vi posso assicurare che il tutto esce molto bene.
Artisticamente parlando c'è un po' di differenza, ma non preoccupatevi, perché non è nulla di grave... l'album apre in modo molto diretto ed energico, con quei bei suoni ruvidi, compressi ma ben definiti che mi piacciono molto e fino a “Hated” quarto brano e title track dell'album le cose restano su una linea new-punk molto accattivante... proseguendo nell'ascolto le cose un po' cambiano e seppur conservando sonorità e timbriche belle la faccenda si trasforma in qualcosa di più commerciale.
“Motherfucker”, quinta traccia del disco, è un classico brano glam dai sapori vagamente “bonjoviani”, come quelli di una volta; restando un brano decisamente piacevole da la sensazione di brano inserito li perché magari essendo più commercialotto può attirare l'attenzione di orecchie abituate a sonorità meno estreme.
Passando al successivo le cose tornano come prima: irriverenti, bastardelle e (per me) affascinanti.
Mi sento di citare soprattutto “Spit On Me” che chiude con il suono inequivocabile di una scatarrata addosso ad un qualunque malcapitato.
Ed ecco un'altra virata... ricominciano le atmosfere glam e hard rock che hanno il loro culmine con la bella ballad “Would You Love A Creature”, classica canzone unplugged tutta piano, chitarre acustiche e voci malinconiche e profonde.
Quelle classiche ballad che fatte dal vivo facevano tirare fuori gli accendini a tutto lo stadio!
Che succede dopo? Si ritorna al new-punk così come nulla fosse.
A parte l'andamento un po' a “dente di sega” più tipico di un vero e proprio concerto dal vivo che di un album, il lavoro risulta comunque ben fatto, piacevole e divertente... non è il disco che ci cambierà la vita ma almeno la sufficienza la raggiunge.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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