Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2011
Durata:53 min.
Etichetta:Killerpool Records

Tracklist

  1. NO 1 CAN BE US
  2. DIGITAL TROOP
  3. CARLESS INSTINCT
  4. DIVINE SUICIDE
  5. DANGEROUS RACE
  6. LET'S PAY
  7. HERO IN ME
  8. I FELL LIKE THE WHORE
  9. B.B.B.
  10. JESUS ANTICHRISTUS (WUMPSCUT COVER)
  11. PLAY YOUR CARD

Line up

  • the GodFucker: vocals
  • Danny Romance: synth/drums
  • Andy Skrape: bass

Voto medio utenti

Bassifondi metropolitani e scenari cibernetici plasmano il nuovo lavoro dei foggiani Virtual Cage, prolungamento e trasposizione musicale del profondo senso di disagio interiore del frontman della band, the GodFucker.

Il tema principale di questo Midnight Crashtest è l'insensatezza della vita ed un estremo bisogno di comprensione, laddove il mondo circostante appare sordo ed indifferente nei confronti delle nostra urla straziate.
Molta attenzione viene riposta nei confronti della macchina e dell'universo digitale, come possiamo facilmente intuire dai titoli delle track che prediligono tematiche cibernetiche, promuovendo, attraverso i testi, una malsana e fantascientifica fusione con l'oggetto stesso dell'oppressione. Sono infatti le dinamiche industriali che sanciscono allo stesso tempo sia l'alienazione che la reintegrazione dell'uomo nella società descritta dai Virtual Cage, dal cui monicker abbiamo la giusta dimensione di quanto la virtualità, se portata all'estremo, diventi poi una vera e propria gabbia.

La fusione di cui abbiamo accennato si consuma con la progressiva meccanizzazione del corpo e delle funzioni vitali dell'uomo stesso, come il semplice battito del cuore che diventa sempre più simile a quello delle macchine, o il processo di funzionamento del cervello, che diventa positronico.
Il cervello positronico, postulato da Isaac Asimov attraverso i suoi scritti futuristici, è un organo associato ai robot, il cui pensiero consiste in un flusso fulmineo di positroni; tale l'argomento viene affrontato in particolar modo nel secondo pezzo, “Digital Troop”.

La macchinosità del ritmo è riportata anche in fase di stesura delle lyrics, con un copioso uso dei punti che spezzano l'incedere delle parole e simulano una parlata robotica.
Il disagio provato si trasforma in una cruda e crudele autodistruzione, descritta in “Let's Pay”, in cui il tentativo di liberazione viene concretizzato con l'uccisione di persone care, come il migliore amico, nell'attesa di un'apocalisse verso cui riporre tutte le residue speranze di riscatto.

Ma talvolta la rabbia diviene remissiva sottomissione nei confronti del destino, come in “I Feel Like a Whore”, dove il disgusto di sentirsi abusato implode su sé stesso senza sfociare in un atto di ribellione.

La proposta musicale dei Virtual Cage è molto interessante e da consigliare a tutti i supporters di gruppi come Combichrist, i nostrani Surgery o il veterano [e a me molto caro] :Wumpscut:, di cui per altro è presente una cover, “Jesus Antichristus”.
Senza dubbio un gruppo da tenere d'occhio.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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