Copertina 9

Info

Past
Anno di uscita:1986
Durata:45 min.
Etichetta:Columbia Records

Tracklist

  1. GIRL CAN'T HELP IT
  2. POSITIVE TOUCH
  3. SUZANNE
  4. BE GOOD TO YOURSELF
  5. ONCE YOU LOVE SOMEBODY
  6. HAPPY TO GIVE
  7. RAISED ON RADIO
  8. I'LL BE ALRIGHT WITHOUT YOU
  9. IT COULD HAVE BEEN YOU
  10. THE EYES OF A WOMAN
  11. WHY CAN'T THIS NIGHT GO ON FOREVER

Line up

  • Steve Perry: lead and backing vocals
  • Jonathan Cain: keyboards, backing vocals
  • Neal Schon: guitar, backing vocals
  • Randy Jackson: bass, backing vocals
  • Larrie Londin: drums
  • Bob Glaub: bass
  • Steve Smith: drums

Voto medio utenti

"Raised on Radio" è un album che mi sta particolarmente a cuore nella sterminata discografia dei Journey, oltre ad essere in assoluto uno dei migliori.
Mi sta particolarmente a cuore perché, dopo i successi di 'Infinity', 'Escape' e 'Frontiers', di questo album all'epoca se ne parlò poco.
Vuoi perché nella seconda metà degli anni '80 gli acts di class metal (Ratt, Dokken, Motley Crue ecc., ecc.) avevano soppiantato quelle band che provenivano dai seventies, o per qualsiasi altra strana congiunzione astrale, ma andò esattamente così, a discapito di un album, "Raised On Radio", che in realtà è un gioiello a 24 carati di puro aor in senso stretto del termine; anzi, forse a ben vedere il più puro della discografia griffata Journey.

È un album che risente del successo del disco solista ("Street Talk" 1984) del cantante Steve Perry, la stesura è simile, ma impreziosita da super musicisti quali i Journey sono.
Forse il disinteresse del grande pubblico verso questo album è anche imputabile al fatto che i Journey dell'epoca erano ridotti ad un trio: Steve Perry, Neal Schon e Jonathan Cain, con ospiti comunque di tutto rispetto come Randy Jackson al basso e lo stesso Steve Smith alla batteria, in coabitazione con Larrie Londin.

Inaugura il platter 'Girl Can't Help It' ed è subito un aor dalla grandeur estetizzante con Jonathan Cain che disegna grandi passaggi per preparare il coro spettacolare.
Segue 'Positive Touch', aitante e piena di adrenalina, davvero da tocco magico con un solo di sax di Dan Hull ad impreziosire il tutto.
Anche 'Suzanne' è sulla stessa frequenza d'onda, forse un po' meno decisiva sui toni medi e bassi.
'Be Good To Yourself' è più bluseggiante, è il brano che ha reminiscenze di 'Infinity' e forse è stata composta in un periodo diverso dal resto del materiale qui proposto, vista la diversità di stile, e perlomeno lo fa presagire.
'Once You Love Somebody' è una semi ballad grandiosa, con un Perry sugli scudi ed una linea di basso molto accattivante mentre 'Happy To Give' rincara la dose in fatto di ballad, ma nei Journey la stesura non è mai fine a se stessa, anche se sono brani molto melodici si sente una sorta di regalità e di arrangiamenti sopraffini sconosciuti ai più.
'I'll Be Alright With You' è magica, contiene un refrain maturo, adulto e puntella un'altra stelletta sul petto di 'Raised On Radio'.
'It Could Have Been You' invece ha in serbo il riff forse più bello del platter, per un'altra canzone partorita da menti superiori.

Chiudono 'The Eyes Of A Woman' e 'Why Can't This Night Go On Forever' altre due ballads immacolate con Perry perfetto e Neal che cesella nota da brivido caldo, soprattutto nel secondo caso.
Se siete dei fruitori del più puro aor, "Raised On Radio" non può assolutamente mancare nella vostra collezione.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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