AA.VV. - Italian Tirbute to Darkthrone

Copertina SV

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2010
Durata:55 min.
Etichetta:Novecento Produzioni

Tracklist

  1. INVERNO - KATAHARIAN LIFE CODE
  2. GORT - IN THE SHADOW OF THE HORNS
  3. BLACK FAITH - UNDER A FUNERAL MOON
  4. SYTRY - TRANSILVANIAN HUNGER
  5. MISANTHROPIC DESIRE - HANS SISTE VINTER
  6. UMBRA NOCTIS - EARTH'S LAST PICTURE
  7. ANIMUS INFIRMUS - LIFELESS
  8. TUNDRA - RUST
  9. FEARBRINGER - TOO OLD, TOO COLD
  10. VIDHARR - THE WINDS THEY CALLED THE DUNGEON SHAKER

Line up

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E' la Novecento Produzioni che ci rende partecipi di questo tributo ad una della band che ha segnato la storia del black metal norvegese: i Darkthrone.

Alcuni dei capolavori scritti dall'oramai duo composto da Nocturno Culto e Fenriz sono in questa sede eseguiti da band appartenenti al nostro ricco panorama underground, che hanno optato per pezzi-chiave in grado di riassumere in maniera abbastanza esaustiva tutto il percorso musicale della cult band.

Ma adesso veniamo all'album.

La produzione è purtroppo disomogenea, soprattutto per quanto riguarda la chiarezza dei suoni. C'è molta disparità tra un gruppo ed un altro; alcune registrazioni sono davvero ben fatte e di buona qualità, altre sono pessime e rivelano un sapore quasi amatoriale. Non riesco a spiegarmi tutta questa palese differenza, quello che mi viene da pensare è che i pezzi possano essere stati registrati autonomamente [ed in varie sedi] da ciascuna band, per poi essere riuniti a mo' di collage, provocando un'evidente senso di dislivello tra una track e l'altra.

Ciò che mi ha sempre fatto un po' storcere il naso di fronte a tributi come questo è che le band che vi partecipano eseguono i brani cercando il meno possibile di discostarsi dalle versioni originali, con il risultato di sfornare un prodotto che appiattisce totalmente la creatività e la personalizzazione.
La tesi è confermata anche in questo caso, dove la ricerca pedissequa [e vana] di una somiglianza con i “veri” Darkthrone rende il tutto piuttosto banale.
Per non parlare di casi in cui la non trovata aderenza all'originale genera risultati davvero ridicoli e che farebbero impallidire tutti i Darkthrone addicted o comunque i metalheads che un po' il genere lo masticano.

Non cito i flop, ma mi limito a citare solo i pochi pezzi realmente “riusciti” all'interno di questa release, lasciando sottintesa una forte delusione per quel che riguarda i rimanenti non menzionati.

Una buona esecuzione per quanto riguarda la bellissima “Under A Funeral Moon”, eseguita dai Black Faith, in grado di regalare brividi anche in versione cover, insieme a “Transilvanian Hunger”, eseguita dai Sytry.
Ottimi anche i Tundra, che dimostrano di usare per lo meno criterio nel proporre la loro interpretazione di “Rust” ed i romani Vidharr, a cui è assegnato il compito di concludere l'opera con “The Winds They Called The Dungeon Shaker”.
Una nota di merito anche per i Fearbringer, autori di una versione di “Too Old, Too Cold” che non spicca tanto per la cavillosità dell'arrangiamento, abbastanza semplicistico, quanto per essere un caso isolato di accenno di personalizzazione.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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