Copertina 6

Info

Anno di uscita:2003
Durata:34 min.
Etichetta:Xtreemmusic
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RAISE THE PESTILENCE
  2. SODOMIC BAPTISM
  3. MACABRE REALMS OF INHUMAN BESTIALITY
  4. RAVENOUS FUNERAL CARNAGE
  5. NECRHOLOCAUST
  6. GOREMASSACRE PERVERSITY
  7. EXCREMENTIAL LUST
  8. BOILING VOMIT THROUGH MY VEINS

Line up

  • Antimo: bass and vocals
  • Ad: guitar
  • Willy: drums

Voto medio utenti

Il Messico non è certo una terra rinomata per le proposte musicali in campo metallico, o meglio lo è solo da pochi mesi a quanto pare, ma devo dire che questi tre grinder provenienti dalla patria dei sombreri ci sanno davvero fare. In giro dal 1994, i Disgorge hanno pubblicato diversi demo prima di arrivare ad un contratto vero e proprio, nel '98 quando uscì il loro primo album, "Chronic Corpora Infest". Da allora ne hanno fatti di progressi, e, nonostante il grind non sia il genere più originale e vario, hanno saputo distinguersi ed hanno prodotto un sound abbastanza personale, nei limiti del possibile ovviamente. Qualunque amante del genere non potrà non notare i notevoli riferimenti ai maestri Grave, Incantation e Mortitian, assai marcati lungo i 34 minuti di questo "Necrholocaust" in cui i Nostri dimostrano di aver assimilato alla perfezione la lezione dei predecessori e di averla rielaborata con gusto e passione; è interessante notare poi notevoli somiglianze con i nostrani Antropofagus soprattutto nell'uso della voce e per la presenza di numerosi inserti elettronici, atti a rendere il tutto più agghiacciante. Spicca la prestazione dell'unico chitarrista del gruppo, che macina una gran quantità di riff a velocità forsennata e non disdegna di tanto in tanto qualche assolo, cosa assai atipica in un genere che difficilmente lascia spazio alla parte solista; a fare la differenza con la stragrande maggioranza dei gruppi grind è la varietà di stile che l'axe man propone, passando da bordate in pieno stile death/grind, a mazzate black o inserti thrash, elemento da non sottovalutare assolutamente. Per quanto riguarda la prestazione del bassista/cantante c'è poco da dire: non brilla per originalità e tantomeno per varietà, ma se la cava discretamente anche se non è raro notare l'utilizzo di filtri vocali o imponenti distorsioni, per dare quel tocco alieno alla prestazione; lo stesso dicasi per il batterista, abbastanza disinvolto nel maltrattare il suo drum kit, non colpisce per particolari doti o per interessanti soluzioni. In definitiva un gruppo interessante per gli amanti del grind che potrebbe in futuro fare il botto, alla stregua dei fantastici Nasum.
Recensione a cura di Alessio 'Slayer' Noè

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