Pause e ripartenze. Così è la carriera degli
Jag Panzer, formazione heavy metal americana ormai diventata una vera e propria
cult band tra gli appassionati del genere, vuoi per la poca fortuna
mainstream, vuoi per una proposta musicale sempre onesta e sentita, ma mai eccessivamente personale od originale, vuoi, appunto, per tutti questi
stop’n’go che hanno spesso castrato l’entusiasmo della fan-base, costretta ad aspettare per un nuovo cd della sua band preferita. Ma tant’è, Harry “The Tyrant” è carico come una molla, e così i suoi compagni di band, decisi a non fare prigionieri con questo nuovo, fiammante
“The Scourge of the Light”.
L’inizio è col botto: “
Condemned to Fight” è l’emblema dello
Jag Panzer-sound: metallo a manetta, un filo thrash-oriented, voce aggressiva e potentissima, refrain epico e duetti di chitarre di gran livello (a tal proposito, segnaliamo la convincente prova di
Chris Lasegue, tornato a casa-base da un paio d’albums, in sostituzione del dimissionario Chris “Megadeth” Broderick). La produzione è, se vogliamo, più scarna e meno pomposa delle releases precedenti, ma ciò non priva la band, quando necessita, di arrangiamenti più nutriti, come nella cadenzata “
The Setting of the Sun”. La voce di Harry sembra non invecchiare mai, monumento vivente al metallo vero, con una timbrica somigliante a quella di Ronnie Dio, seppur meno lirico e più aggressivo.
L’album scorre via che è un piacere: “
Bringing on the End” (molto somigliante nello stile ai Sabbath dell’era Dio), “
Call To Arms” col suo ritornello epico e battagliero, una aggressiva “
Cycles” seguita da “
Overlord”, convincente mid-tempo in cui il lavoro delle chitarre viene esaltato ed incorniciato dall’ennesima prova maiuscola di Harry dietro il microfono. Ridendo e scherzando, questi signori sono in giro da trent’anni, ed è davvero invidiabile riuscire a constatare, a percepire nettamente, l’amore viscerale che gli Jag Panzer provano per il loro genere musicale.
Il livello qualitativo rimane più che buono fino alla fine, sebbene qui non ci sia da gridare al miracolo; “The Scourge of the Light” è un album onesto e granitico, suonato da una band che ama così tanto il metallo da riuscire a trasmetterti un po’ di questo amore anche con un mezzo freddo ed impersonale come un dischetto di plastica. Band come gli Jag Panzer andrebbero studiate a scuola, per me un graditissimo ritorno di una band di Maestri del Metallo.