Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:42 min.
Etichetta:Schwarzdorn Production

Tracklist

  1. VECTOR SPACE OF DESIRES
  2. TIRUMPH OF COLD STEEL
  3. ASPECTS OF CONTEMPLATION PROJECTED INTO THE ETERNITY
  4. ENTROPY OF SANITY
  5. CROSSROADS OF TIME
  6. METAPHYSICS OF WAR
  7. UNLEASHING THE DOGS OF WAR
  8. WHEN SACRED FLAME INSPIRES THE SOULS OF HEREOS
  9. MEMORIAL
  10. THE SYMPHONY OF THE BARE FEELINGS
  11. FRANKENWALD MISTERY

Line up

  • Dromos Aniliagos - Vocals
  • Master Alafern - All instruments

Voto medio utenti

Obiettivamente è difficile capire se questi ucraini siano la quinta essenza del male, o del misticismo, anche perchè qui si parla (e si scrive) di musica, quindi a noi poco importa. Ma con un nome così altisonante è lecito aspettarsi una proposta musicale quanto meno inquietante, e ricca di atmosfere oscure. The 5th Harmonic Of Death risponde in qualche maniera a tutte queste esigenze, e non bisogna dimenticarsi che si sta parlando di un esordio, eppure la band si dimostra all'altezza della situazione. La musica dei Quintessence Mystica vive di due sfaccettature, una più violenta e aggressiva che si rifà al Black Metal più tradizionale, e qui è il caso di citare i riff e le ritmiche malvagie e buie, e un altro lato più "soave" e atmosferico dovuto a tutto l'apparato sinfonico che la band si porta dietro. Tutto questo giro di parole per dire che il gruppo suona un canonico Black Metal sinfonico? Da una parte si, perchè pur non dicendo assolutamente nulla di nuovo riescono a farsi notare grazie ad un songwriting ispirato e mai banale. Quanti artisti ci sono sul pianeta che suonano questo affascinante genere musicale? E quanti vivono in una perenne mediocrità? Molti, forse pure troppi. Con i Quintessence Mystica tutto questo non succede, e per questo motivo rappresentano una piccola sorpresa. Volutamente non ho citato i classici Dimmu Borgir, i Cradle Of Filth, oppure i primissimi Satyricon (alla fine ci sono cascato comunque), perchè è palese che la lezione proviene da li, ma per una volta è stata rielaborata e reinterpretata a dovere.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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