Copertina 9,5

Info

Past
Anno di uscita:2009
Durata:50 min.
Etichetta:Warner

Tracklist

  1. OBLIVION
  2. DIVINATIONS
  3. QUINTESSENCE
  4. THE CZAR
  5. GHOST OF KARELIA
  6. CRACK THE SKYE
  7. THE LAST BARON

Line up

  • Troy Sanders: lead vocals, bass
  • Brent Hinds: lead vocals, guitars
  • Brann Dailor: drums, percussion, lead vocals on Oblivion
  • Bill Kelliher: guitars

Voto medio utenti

Poche volte da qualche anno a questa parte ci troviamo di fronte a veri e propri capolavori musicali che uniscono oggettivamente ed unanimemente la critica, album che segnano generazioni e che diventano rappresentativi delle band.
Tra questi uno dei migliori album degli ultimi dieci anni è sicuramente "Crack the Skye" , quarto album della progressive/sludge metal band Mastodon. Il disco, uscito nel 2009 e prodotto dalla Reprise Warner bros, e da Brendan o'Brien, è a mio parere uno degli album più completi ed introspettivi della band.
Quello, infatti, che Brent Hinds, Troy Sanders, Bill Kelliher e Brann Dailor riescono a realizzare è un album che grazie a un miscuglio di ottima musica e di ottime tematiche riesce a farti entrare nella loro dimensione, con atmosfere ruvide e inquietanti, i Mastodon stessi hanno dichiarato, che è la storia di un ragazzo paraplegico in grado di muoversi solo con lo spirito attraverso dei viaggi astrali, che lo porteranno, però, troppo vicino al sole da farlo cadere in basso, nel mondo degli spiriti.
L'ascoltatore ha la possibilità di seguire questo viaggio attraverso tracce intricate tra loro, che raccontano una ad una un passaggio del viaggio, partendo dalla caduta nel vuoto, con l'intro di basso di "Oblivion" in questa traccia si può sicuramente apprezzare l'unione vocale dei Mastodon, con l'aggiunta per la prima volta del batterista Brann Dailor alla voce, divenuto poi, con il passare del tempo, un punto di forza in più nella band.
Segue l'arpeggio disturbato della potentissima "Divinations", traccia in puro stile sludge, l'arpeggio sembra quasi richiamare gli spiriti intrappolati nello spazio-tempo.
Molto piu prog è sicuramente “Quintassence” , lo stile, infatti, dei Mastodon in quest'album è un alternarsi di sludge e progressive con l'aggiunta di elementi stoner dovuto all'utilizzo di attrezzature anni '70, i Mastodon volevano, infatti, ricreare il sound di quell'epoca usando strumenti e amplificatori di quegli anni, forse, per poter richiamare nell'ascoltatore quel qualcosa di famigliare delle grandi band heavy metal.
Questo lo si può percepire nella traccia "The Czar" divisa in quattro movimenti, chiaro esempio di come la band voglia omaggiare le band progressive classiche, che erano solite fare questa lunghe suite divise in movimenti, che formavano tutte insieme un'unica traccia completa e coesa.
Si passa poi all' evocativo intro della bellissima "Ghost of Karelia" e alla traccia che dal titolo all'album "Crack the Skye", che vanta la partecipazione di Scott Kelly cantante dei Neurosis (band che insieme ai Melvins è da sempre fonte di ispirazione dei Mastodon).
"Crack the Skye" è il concept su cui si ispira l'album, cioè aprire una breccia nel cielo per esplorare nuove dimensioni sia con il corpo che con la mente, tutto ciò, per avere esperienze extracorporee e psichedeliche. Ma non è tutto, la traccia ,infatti, nasconde tematiche molto più introspettive riguardanti il suicidio, il significato di “Crack the Skye” può essere, sì, attribuito alla rottura del cielo, ma non solo i Mastodon, infatti, hanno dichiarato che la traccia è dedicata alla sorella del batterista Brann Dailor "Skye" morta suicida all'età di 14 anni indicando con il termine "Crack the Skye" una rottura nella psiche della ragazza.
L'album termina con "The Last Baron" traccia in cui si può apprezzare (per chi l'apprezza) la particolarissima voce di Brent Hinds e l'originale pesantezza del sound divenuto poi con il passare del tempo un marchio di fabbrica della band.

E proprio grazie a tutti questi fattori, l'album merita sicuramente un 9,5 per originalità, musica e tematiche, se non lo avete mai ascoltato vi consiglio vivamente di lasciare tutto, mettervi comodi e incominciare questo viaggio onirico nel mondo ruvido, psichedelico e "cazzutissimo" dei Mastodon.

A cura di Zampino Alessandro

Recensione a cura di Ghost Writer
Dopo sei anni di ascolti...

Il più grande disco metal degli anni 2000. Dopo averci deliziato con le due uscite precedenti, i Mastodon di Crack in the Skye ci regalano il loro apice artistico in cui dimostrano tutto il loro strapotere tecnico e compositivo. Immortale.

Capolavoro

Album per cui vale la pena sprecare la parola capolavoro... se ne capisce la grandezza solo all'ascolto.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 mag 2016 alle 12:56

Mah...de gustibus. Non mi è mai piaciuto quest'album, troppo articolato, troppi "ghirigori" se mi passate il termine. Insomma, i veri Mastodon sono quelli di Remission e Leviathan. In quest'album hanno tentato di fare del progressive metal con scarsi risultati, a mio modesto parere.

Inserito il 02 mag 2016 alle 08:23

disco atomico.. bravo Alessandro che hai colmato una falla non da poco ripescandolo ;)

Inserito il 01 giu 2013 alle 06:56

Quest album contiene pezzi da 100!(su tutte "the last baron") ..per i miei gusti è inferiore di pochissimo soltanto a "Leviathan",perchè forse questo "crack the skye" è meno metal.

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.