Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:24 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. MOVE
  2. CLOSED TO THE WORLD
  3. DUALITY
  4. COME SWEEPERS COME
  5. TH3 MUSIC THAT I N3V3R HAD

Line up

  • Ace [vocals, guitars]
  • Lou [bass]
  • Nyar [drums]

Voto medio utenti

I Vanth sono un gruppo nostrano nato nel 2006 come progetto personale e solista del cantante e chitarrista Ace. Il progetto nasce con sonorità molto diverse da quelle attuali, con richiami black metal e suoni più duri che col tempo e, soprattutto l'ingresso degli altri due componenti della line up, Lou al basso e Nyar alla batteria, si sono via via affievoliti per approdare a scelte musicali orientate su un tipo di rock elettronico e sintetico.

La band propone con l'EP Parallel Overdrive cinque pezzi aggressivi e morbidi allo stesso tempo, in cui la talvolta asprezza delle lyrics viene compensata con la melodicità della composizione.
Parallel Overdrive si compone di due pezzi, "Move" e "Closed to the World", che saranno compresi nel debutto che la band si appresterà a fare in questo 2011, e di altre tre b-sides, "Duality", la ballad "Come Sweepers Come" e "Th3 Music that i N3v3r Had".

Il prodotto è orecchiabile e facile all'ascolto, il che non è da vedere come una cosa negativa, anzi. Nonostante prediliga sonorità più di ricercate e, per questa stessa ragione, apprezzabili solo da un pubblico più di nicchia, devo ammettere che il lavoro sfornato dai Vanth, seppur non sia caratterizzato da una certa innovazione, è decisamente buono.

Il miscuglio tra rock ed elettronica sperimentalizzano la resa musicale finale e svincolano i Vanth dall'essere catalogati come una "semplice" rock band.

Tra i pezzi, catturano la mia attenzione soprattutto "Duality" e "Th3 Music that i N3v3r Had".

La prima, colpisce soprattutto per ritmiche più serrate e sostenute delle prime due track introduttive. Interessante sul finale il dirottamento musicale in cui una voce robotica è alle prese con una sorta di dubbio amletico, in cui si è in bilico tra la scelta di opposti, di "dualità", come suggerito dallo stesso titolo: bianco e nero, vero o falso, azione o riflessione, immortalità o suicidio, vita o morte. L'eterno oscillare tra una condizione e l'altra ed il pronunciare le due opzioni a mo' di freddo elenco, acutizza un certo senso di angoscia, proprio in virtù del contrasto che si genera tra la quasi glaciale attitudine della voce robotica ed il profondo conflitto interiore che nasce nel momento stesso in cui ci troviamo realmente di fronte a simili bivi.

In ultima, vale senza dubbio d'essere citata "Th3 Music that i N3v3r Had", track assolutamente diversa dalle precedenti e in cui vengono riversate tutte le tendenze elettroniche che nei pezzi precedenti avevamo saggiato solo sotto forma di sfumature. Qui, è la sola musica fatta di sintetizzatori ad essere la protagonista assoluta ed è paradossalmente questo il pezzo in cui la band mi convince di più. Apprezzerei molto se coltivassero maggiormente questa venatura industriale. Molto bella l'atmosfera ed anche il concept portato avanti dalla voce robotica, la stessa già citata per "Duality", che questa volta auspica nell'esistenza di un mondo in cui tutto ciò che ci circonda sia musica.

Un buon inizio per i Vanth, quindi, che hanno bisogno probabilmente di ponderare meglio quale direzione musicale intraprendere, nonostante poi la carriera e l'esperienza, si sa, possono sempre portare ad ulteriori dirottamenti. Personalmente, il mio consiglio è quello di impegnarsi di più sotto il profilo elettronico, dove dimostrano potenzialità assolutamente da non sottovalutare.
Recensione a cura di Selenia Marinelli

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