Copertina 5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:46 min.
Etichetta:Underground Symphony
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. THE MISSION
  2. SERVANT OF WILL
  3. DESERT OF YOUR SINS
  4. QUEEN OF FATE
  5. HOST FROM KINGDOM OF LION
  6. RAIN
  7. CRYSTAL EYES
  8. MERCENARY
  9. HEAVEN'S FALL
  10. LAST HERETIC

Line up

  • Vilém Majtner: vocals, bass
  • Libor Krivák: guitars, bass, keyboards
  • Tomás Suchácek: drums

Voto medio utenti

I Nemesis debuttano grazie alla Underground Symphony e si cimentano con un Power Metal, melodico e neoclassico, discretamente registrato ma che mostra in maniera fin troppo evidente il successivo "tocco" dei Finnvox Studios, dove è stata effettuata la masterizzazione. Nulla di nuovo, ed infatti la band riesce a distinguersi solo per il paese di origine, la Repubblica Ceca. Dopo l'intro "The "The Mission", ispirata alla colonna sonora realizzata da Ennio Morricone per l'omonimo film, l'album sembra scuotersi un po' con "Servant Of Will" e "Desert Of Your Sins", che tutto sommato riescono a tenere il passo a Sonata Arctica, Stratovarius, Malmsteen, triade su cui si erge il sound dei Nemesis. Sforzi resi poi vani da due pezzi anonimi e piatti come i seguenti "Queen Of Fate" e la più variegata e dalle atmosfere sinfoniche ed epiche, almeno nelle intenzioni, "Host From Kingdom Of Lion". Ed il peggio deve ancora arrivare, con la ballad sinfonica "Rain", veramente insipida e tediosa, anche se Vilém Majtner si segnala come buon interprete, se non altro ai livelli di un Tony Kakko, impressione che aveva iniziato a delinearsi sin dai pezzi più dinamici presenti nella parte iniziale del CD. A questo punto "Goddess Of Revenge" ha ormai preso una brutta piega che spinge l'album in uno stato di noia profonda, che ne i tentativi di "Mercenary" e neppure le accelerazioni di "Heaven's Fall", brano alla Sonata Arctica, riescono a recuperare. Non aiuta di certo il fatto che la seconda metà del disco sia completata da "Crystal Eyes" e da "Last Heretic", due brevi strumentali che fanno poco fumo e ancor meno arrosto.
Non credo a causa di tutto questo il gruppo avrà qualcosa da temere dalla Dea della giusta e fatale vendetta (a nome Nèmesi, appunto): sarebbero centinaia i gruppi a dover tremare... piuttosto dovranno darci sotto per realizzare qualcosa di più convincente e sopratutto meno anonimo, impresa non impossibile perché tutto sommato i mezzi a disposizione sembrerebbero averli.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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