Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2011
Durata:47 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. LEBENSANGST
  2. SPHAREN DER DUNKELHEIT
  3. IM MOND DER NACHT
  4. SCHATTEN DER VERGEITUNG
  5. EIN TRAUM IN ROT
  6. WINTERDEPRESSIONEN
  7. DER SCHNEESTRUM
  8. WALDGANG
  9. WUNDEN, DIE NIE HEILEN...

Line up

  • Daniel Joas: vocals
  • Jonas Schopf: guitar
  • Ronny L.: guitar
  • Thilo Pfalzgraf: bass
  • David Borst: keyboards
  • Simon Utz: drums

Voto medio utenti

Da un gruppo con un monicker del genere mi aspettavo la classica pacchianata Black Metal ma per fortuna mi sono dovuto ricredere dopo pochi ascolti. Questo Ein Traum In Rot è il disco di esordio per i tedeschi Satanic Syndrome e si manifesta in tutta la sua potenza grazie ad una produzione bombastica e pulita (ci tengo a specificare che l'album è interamente autoprodotto), esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare in un genere che mixa in tutta disinvoltura violenza e melodia, ricavata ovviamente dalle tastiere che anche nel loro caso vengono utilizzate in abbondanza. Nella biografia allegata al promo si parla di Melodic Dark Metal, onestamente non sono tanto in sintonia con la definizione di Dark Metal, etichetta che io applicherei a gruppi come Death SS e simili, nel caso della sindrome satanica si può parlare tranquillamente di Black Metal melodico/sinfonico (in questo caso mettetela come volete voi), ne più ne meno. Posso capire che nel 2011 descrivere la propria musica con un'etichetta ormai abusata e utilizzata da tutti negli ultimi 15 anni rischi di passare inosservata, ma alla fine dei conti di questo si tratta. La band ha una visione molto lucida, sa perfettamente quando lasciarsi andare a energiche dosi di aggressività e sa perfettamente al tempo stesso quando premere il pedale del freno per dare spazio alle tastiere e alle melodie oscure e avvolgenti della loro musica. I rimandi verso i gruppi storici del settore nemmeno si contano, quasi tutto suona molto derivato, però va dato merito al fatto che i Satanic Syndrome amano quello che suonano, e pur non avendo un briciolo di originalità riescono a pubblicare un disco discreto che senza dubbio incontrerà i favori degli estimatori di tali sonorità.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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