Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:48 min.
Etichetta:Blackmetal.com
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. NAAR SOLEN DOER BAK FJELLET
  2. SOLEN SKINNER IKKJE
  3. LYSET FORSVINNER
  4. ETERNAL WAR
  5. SKOGEN KALLER OG VI SVARER
  6. I HAVE SIPPED THE BLOOD OF CHRIST
  7. FLOWERS FOR YOUR FUNERAL
  8. DEMON STORM
  9. SOUL DECEIVER
  10. MY LAST BREATH
  11. DEN GAMLE FESTNINGEN

Line up

  • Lord Hastur Warmachine: vocals
  • Der Henker: vocals, bass
  • Hati: guitars
  • Vraith: guitars

Voto medio utenti

Lord Hastur Warmachine deve aver probabilmente captato le mie invocazioni dalla Norvegia, visto che questo "Skogen Kaller" (letteralmente "La foresta chiama") è un album di black metal old-style grezzo e furioso con davvero pochi compromessi come lo sognavo da tempo. Copertina in bianco e nero, testi in norvegese, influenze di Satyricon, Darkthrone, Ulver, Taake... e l'intento poco celato di far sopravvivere l'elite black metal norvegese. Dichiarazioni di guerra a parte, è la musica alla fine a parlare e in questo i Massemord rispettano in buona parte le aspettative. Il lavoro dei due chitarristi (uno dei quali è morto recentemente, a causa di un cocktail di alcool e farmaci) e del bassista è ottimo perchè, nonostante la musica sia composta e programmata da Lord Hastur, l'operato di basso e chitarre contribuisce a creare quell'atmosfera old-style che rappresenta proprio il punto di forza di quest'opera. Ad un primo ascolto non ero propriamente rimasto soddisfatto di quella mazzata un pò ingenua che apre l'album ("Naar Solen Doer Bak Fjellet"), ma fortunatamente la qualità migliora avanzando con le tracce. Già la successiva "Solen Skinner Ikkje" introduce un riffing più curato anche grazie ad una tastiera programmata in maniera minimale ed irriverente. Si continua tra riff dissonanti, momenti quasi ambient, attacchi furiosi e ritmiche più cadenzate... se da un lato questo favorisce la varietà e il dinamismo di "Skogen Kaller" dall'altro finisce per risultare un pò troppo eterogeneo e difficile da assimilare. Ma basta considerare questo lavoro una raccolta (anche perchè questi pezzi sono stati composti in svariati momenti, a partire dagli anni '90 fino ad oggi) per trovare un'enorme appeal in questa proposta nostalgica e retrospettiva. Purtroppo una spiacevole sensazione si affaccia durante l'ascolto: il proclama "We Stand For Eternal War And Everlasting Darkness", la voglia di restaurare l'elite norvegese, le continue influenze dei padri fondatori danno l'impressione di un album costruito su misura per l'ascoltatore, fatto di maniera come si usava una volta. Perdonato questo piccolo peccato veniale "Skogen Kaller" suonerà ancora a lungo nel mio lettore.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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