Numen - Jarrai Beza Kondairak

Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:39 min.
Etichetta:Goimusic
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. ESKUALDUNAK
  2. INGUMA
  3. MARI
  4. AMA LURRA
  5. HAIZE SORGINDUEN INTZIRIAK
  6. EHIZTARI BELTZA
  7. HERIOTZA ETA HEROA
  8. HAUA HAUEKOENTZAT
  9. BEOTIBAR

Line up

  • Jabo: guitars
  • Unai: guitars
  • Otuto: bass
  • Haimar: keyboards
  • Carlos: drums
  • Lander: flute
  • Mikel: oboe
  • A.Nabarro: vocals

Voto medio utenti

Otto musicisti per un totale di dodici strumenti: questo è quanto hanno avuto bisogno i Numen per raccontare in poco più di mezz'ora l'amore per la loro terra. Non è la Norvegia stavolta, nè la Francia... i Numen sono Baschi, e - cosa importante - sono fieri di esserlo senza sentire il bisogno di cantare cose che non appartengono a loro (i fiordi, o le lontane foreste e montagne nordiche...). L'amore di cui parlavamo prima si concretizza nella coraggiosa decisione di cantare nella loro lingua madre, particolarità che secondo me aggiunge molto alla credibilità delle composizione. Nove traccie (quattro appartengono al nuovo EP, le altre cinque ad un mini cd uscito nel 2000) con cui respirare l'atmosfera della Spagna, un paese che negli ultimi tempi ha dimostrato di possedere anch'esso una fiorente scena black metal. Ovviamente è proprio pagan black metal la musica suonata dai Numen, ma con qualche particolarità: innanzitutto i flauti, l'oboe, l'alboka e l'accordion sono suonati proprio dai membri del gruppo e non sintetizzati o lasciati in mano ad un'orchestra interna come va di moda adesso. Anche questi musicisti hanno quindi partecipato attivamente al processo del songwriting, apportando con i loro strumenti delle influenze e delle sensazioni che vi assicuro aggiungono molto al lavoro. Le canzoni vivono di continui cambi di tempo, di intermezzi strumentali, di qualche suggestivo coro... gli strumenti di base sono così ben inseriti nell'amalgama generale da risultare praticamente inscindibili dal resto della musica, fatta forse eccezione per la batteria caratterizzata da suoni un pò troppo moderni. Molto incisivo è lo screaming di A.Nabarro, poco meno acuto di quello di Dani Filth e che dal nanetto inglese eredita anche una grande capacità interpretativa. Incredibile che alla fine i pezzi più interessanti siano quelli completamente acustici, dove l'atmosfera creata dal gruppo basco si fa quasi ariosa e ricca di folclore (e mi ha ricordato per questo i nostrani Elvenking). Ma anche nei momenti più tirati, gli incredibili arrangiamenti studiati dalla band riescono sempre ad intrigare: sentire l'iniziale flauto di Mari per una grande dimostrazione di consapevolezza dei propri mezzi. In totale un ottimo lavoro, se non fosse che alla fine le nuove canzoni sono solamente quattro. Per conoscere e sognare... una musica che arriva dall'amore per un paese ed un popolo.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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