Copertina 8,5

Info

Past
Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:1996
Durata:51 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PRELUDIUM
  2. TO MEGA THERION
  3. CULTS OF THE SHADOW
  4. IN THE DESERT OF SET
  5. INTERLUDIUM
  6. NIGHTSIDE OF EDEN
  7. OPUS ECLIPSE
  8. INVOCATION OF NAAMAH
  9. THE SIREN OF THE WOODS
  10. GRAND FINALE/POSTLUDIUM

Line up

  • Christofer Johnsson : Guitars, vocals, keyboards
  • Piotr Wawrzeniuk : Drums, vocals
  • Lars Rosenberg : Bass
  • Jonas Mellberg : Guitars, acoustic guitars, keyboards

Voto medio utenti

Christofer Johnsson è senza ombra di dubbio una delle figure di maggior spicco del metal scandinavo (e non solo) delle ultime tre decadi; posizione, questa, che ha conquistato nella sua veste di padre-padrone dei Therion, band per definizione mutevole non solo nella sua configurazione (eccettuato appunto lo stesso Johnsson in quanto deus ex machina) ma anche in termini di proposta musicale, se è vero che almeno fino al quarto album, Lepaca Kliffoth, il genere di riferimento era il death (che pur andava via via contaminandosi con elementi operistico-classicheggianti), per poi virare in modo sempre più convinto verso i lidi della definitiva consacrazione all'insegna del gothic / symphonic.

Se c'è in tal senso un punto di svolta nella strada intrapresa dagli svedesi, questo è rappresentato decisamente da Theli, uno dei primi dischi con cui entrai in contatto nel mio percorso di iniziazione al metal.

Segnato da una copertina oggettivamente tra le più agghiaccianti della storia, Theli ha sempre esercitato su di me uno strano, irresistibile, oscuro fascino: orchestrazioni e chitarre elettriche, cori magniloquenti e parti vocali più aggressive (e quasi sgraziate) si alternano in un gioco che alle mie (allora giovani) orecchie risultava nuovo, teoricamente incoerente per quel che all'epoca ne sapevo (quindi in pratica zero) ma in realtà funzionante, capace di sprigionare atmosfere che nella mia verginità metallica suonavano misteriose, esoteriche, avvolgenti, vagamenti disturbanti.

Il ricordo visivo che associavo alle sensazioni uditive era quello di un arcano tempio eretto da un'antica civiltà mesopotamica, un tunnel buio in cui filtra qualche sparuto raggio di sole dalle fessure tra i grandi massi con cui è costruito, una camera in lontananza da cui guizza la luce malvagia di poche torce, figure misteriose avvolte in lunghe tuniche con i volti nascosti dall'ombra dei cappucci: un immaginario decisamente naïf, ma che aveva grande presa su di me e a cui sono rimasto molto affezionato.

Non lo ascoltavo da tanto tempo, lo confesso, ma quando nei giorni scorsi l'ho rimesso su sono tornato indietro di vent'anni (abbondanti) e le sensazioni sono riemerse intatte ed intense, così come i brividi di piacere rievocati dalle lugubri note introduttive di Preludium, dalle imponenti progressioni con cui si chiudono brani manifesto come To Mega Therion e Nightside Of Eden, dalla possente e soffusa delicatezza di The Siren Of The Wood.

Opera tutt'altro che ineccepibile sotto il profilo squisitamente stilistico, rispetto ad esempio ai successivi Vovin e Deggial, ma a cui vanno ascritti indubbi meriti storici che i lavori seguenti non possono vantare, Theli riesce ancora a sprigionare un suo peculiare, grezzo magnetismo; e dal 1996, anno della sua pubblicazione, ricopre con pieno diritto un ruolo di preminenza non solo nell'ambito della discografia dei Therion, ma di un intero ramo del metal che trova qui una delle sue prime e più vere incarnazioni.
Recensione a cura di diego

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 mag 2020 alle 19:52

Lacrime vere.. A chi lo dici caro mio...

Inserito il 17 mag 2020 alle 22:38

Lacrime vere..

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