Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:56 min.
Etichetta:My Graveyard Productions
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. SPIRITS OF THE MOUNTAIN
  2. ONE NIGHT WITH MEPHISTO
  3. TIME AND ETERNITY
  4. BLACK WIDOW
  5. THE CHALLENGE
  6. (UN)HOLY WAR
  7. ESCAPE FROM BABYLON (INSTRUMENTAL)
  8. SOUL TRADER
  9. BOYS' RIOT
  10. ALONE IN THE RAIN (INSTRUMENTAL)
  11. LIMBO
  12. ROCK COMMANDO

Line up

  • Giacomo "Giga" Gigantelli: vocals, bass
  • Stefano Pisani: guitars
  • Gaetano Avino: drums

Voto medio utenti

Ci saranno di mezzo anche un pizzico di nostalgia e qualche piccola “increspatura” emotiva, ma quando ascolto dischi come “Time and eternity”, non posso che rilevare quanta sia la differenza tra chi l’epopea più aurea del “metal classico” l’ha vissuta direttamente sulla propria pelle e chi, invece, pur con encomiabili dedizione e vocazione, questa “roba” l’ha assimilata di riflesso, spesso anche molto bene, grazie alla passione e allo studio applicato della “storia”.
Quest’aspetto, però, da solo non sarebbe sufficiente a rendere quello del Cd degli Spitfire uno degli ascolti più entusiasmanti di questo scorcio di stagione, nello specifico del genere di competenza.
Il fatto è che i veronesi non sono mai stati un gruppo “come tanti”, e che la loro affermazione su vasta scala è stata inibita solo da un’incolpevole provenienza geografica, perché era chiaro fin dagli esordi (anno di fondazione 1981!) che i nostri possedevano una maturità e un’intensità compositiva assolutamente degna dei loro numi tutelari nati nella più “autorevole” Albione.
Lo erano allora e lo sono rimasti anche oggi, un momento storico in cui c’è una rinnovata attenzione per questi “veterani” finalmente messi in condizione di mostrare al “mondo” il loro valore e in cui certi suoni sembrano aver riconquistato credibilità (o forse solamente una maggiore “visibilità”) nell’ambito di una scena in evidente debito di personalità.
Ed ecco che dopo “Heroes in the storm” (che recuperava i due pezzi del primordiale singolo su Minotauro assieme a materiale dimostrativo) e l’esibizione al ”80s Italian Metal Attack”, è giunta l’ora di questa una collezione di brani scritti negli anni ottanta e risuonati e rimaneggiati per l’occasione, palese dimostrazione di alcune verità inconfutabili: le belle canzoni non hanno “scadenza” e possono splendere fino ai giorni nostri, soprattutto se a riproporle è una formazione che non solo ha mantenuto le sue prerogative tecniche, le ha “naturalmente” ampliate e non ha esaurito una stilla di quell’energia che aveva contribuito fattivamente a farla definire, in un misto di onere, onore e un briciolo di gusto per l’iperbole, la “risposta italiana agli Iron Maiden”.
Come anticipato, infatti, è proprio il migliore British Metal l’habitat musicale di riferimento degli Sputafuoco veneti, ma non aspettatevi un clone di Maiden, Saxon, Judas o Praying Mantis: anche il contenuto di “Time and eternity” sembra abbeverarsi copiosamente a quelle fonti ma non rende il taumaturgico nettare una materia stagnante e inerte, offrendo agli appassionati una convincente e fresca interpretazione di quei suoni così gloriosi.
Una coerente ed equilibrata combinazione tra individualità e collettivo impregna i cinquantasei minuti del disco e se Giacomo "Giga" Gigantelli si conferma vocalist “extraordinaire” (qualcuno lo ricorderà anche nei Danger Zone, tra le poche “cose” italiche degne di essere accostate ai Dokken) non è da meno il suo contraltare Stefano Pisani, un chitarrista di grande sensibilità e forza capace d’istigare imperiosi fiotti adrenalinici.
Il basso gradevolmente Harris-iano dello stesso “Giga” e il drumming granitico di Gaetano Avino completano il quadro esecutivo di pezzi che vivono anzitutto per la loro vibrante espressività e una versatilità in grado di citare in lontananza anche modelli meno “ortodossi” per il settore come Kiss (ascoltate, per referenze immediate, il coro di “Spirits of the Mountain” … la cosa non dovrebbe sorprendere poi tanto, ricordando la duttilità artistica di Gigantelli e la sua ammirazione per Paul Stanley, che l’ha portato pure ad esibirsi nei Juliet Kiss, tribute band del Bacio americano) e Van Halen.
“Spirits of the mountain”, “One night with Mephisto”, l’impatto sensazionale delle cadenze plumbee della title-track, lo scrigno prezioso di “Black widow”, che si schiude con tutta la sua gravida fisicità dopo un’introduzione leggiadra dai bagliori quasi prog e poi ancora la dinamica “The challenge”, la valorosa epicità di “(Un)holy war”, il segno profondo lasciato da “Soul trader” e dall’incalzante “Boys' riot”, il tutto condito da un paio di buoni strumentali, rappresentano un sonante schiaffo all’amor proprio di chi dava per spacciato l’HM (quello a caratteri cubitali!) già tanto tempo fa e non si era reso conto che, pur costretto dagli eventi ad una strategica letargia, esso non poteva essere annientato completamente e aspettava soltanto l’occasione giusta per “risorgere”.
Il viaggio dello Spitfire tricolore è ripreso con determinazione e il suo volo continua a solcare le quote più alte del consenso e della soddisfazione uditiva. Ora speriamo non si fermi più.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 06 gen 2011 alle 13:57

Disco bellissimo da comprare per forza.....una qualità nel songwriting incredibile se si pensa alle decine di lavori molto più popolari nel panorama heavy metal europeo....devo però fare una critica al recensore, questo disco merita 10

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.