Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:38 min.
Etichetta:Black Fading Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ANGELO
  2. DIPINTA DI SOLE
  3. CREATURES
  4. BURATTINI
  5. MADRELUNA
  6. LIBERA DA ME
  7. ANGELO II
  8. YOUR GLANCE
  9. PUFF
  10. FILII ET FILIAE
  11. EVOLUZIONI

Line up

  • Sara Mazzer: vocals, choirs
  • Antonio Moret: guitars
  • Davide Soldan: bass
  • Stefano Costella: drums
  • Giulia Galasso: violin
  • Ambra De Polo: piano

Voto medio utenti

C’è qualcosa in questo disco degli Ephemeris che mi ricorda la cospicua rappresentanza neogotica nel prestigioso roster del Consorzio Produttori Indipendenti (bands come Estasia, Mira Spinosa, Divine, … tutte con una fascinosa voce femminile alla gestione microfonica) ma, forse, è anche la produzione di Cristiano Santini, che con i suoi Disciplinatha ha partecipato attivamente a quella singolare e brillante esperienza discografica, a contribuire a tale suggestione.
In comune, tra le due visioni sonore, rilevo comunque una plausibile passione per quel suono etereo e mistico, oscuro, pregno di leggiadra e fiabesca eleganza divenuto un po’ il marchio di fabbrica della 4AD, che qui, però, si spoglia di ogni aspirazione di tipo vagamente elitario, si arricchisce di una moderata componente “fisica” e di un’urgenza comunicativa vitale e non eccessivamente leziosa che potrebbe contribuire non poco alle possibilità di ampia affermazione del gruppo veneto.
Insomma, in “Evoluzioni” assistiamo ad un interessante esempio di gothic-folk-pop-rock capace di soddisfare il lato malinconico e poetico dell’animo umano senza perdere in immediatezza, in un ambito dove si può sviluppare la creatività nonostante l’individuazione delle proprie fonti d’ispirazione non sia oltremodo proibitiva e l’appartenenza ad un certo immaginario musicale risulti piuttosto rigorosa.
La vocalist Sara Mazzer plasma la sua laringe tanto sui nobili gorgheggi di eminenze del calibro di Lisa Gerrard e Liz Frazer, quanto sui registri, sempre autorevoli, ma più “terreni”, di Cristina Scabbia, Anneke Van Giersbergen e Amy Lee, arrivando persino a intercettare le modalità vocali ed interpretative di una Tori Amos e di Carmen Consoli (ascoltate, per referenze immediate, la notevole “Burattini”, che rammenta vividamente la “cantantessa” catanese nelle sue manifestazioni iper-amplificate), se non addirittura, in forma più indistinta, quelli di una Grazia Di Michele (ricordandola prima che si riciclasse in veste di spocchiosa giudice di un noto “talent-show”) e di una Ana Torroja (dei Mecano, uno dei gruppi pop di maggior successo nella storia della musica spagnola, che magari ricorderete per l’hit “Hijo de la luna” / “Figlio della luna”) e anche se presumo che queste scelte d’intonazione (soprattutto le ultime!) potranno essere fonte di critica, rimango piacevolmente impressionato da come la cantante si muove con duttilità, discreto carisma e sofisticata risolutezza lungo composizioni sostanzialmente delicate, intimistiche e raffinate, e che tuttavia sanno anche palesarsi con maggiore forza d’urto, come accade, con notevole efficacia, negli scatti controllati di “Angelo” e nel graffio della già citata “Burattini”, nonché, in tono leggermente minore, nelle più canoniche “Your glance” e “Puff”.
Lo spessore emotivo e l’inventiva di “Creatures”, la nenia consolatoria e arcana denominata “Madreluna”, l’incantata armonia acustica di “Libera da me” e ancora la diafana sublimazione di “Filii et filiae”, sono altri momenti piuttosto significativi di uno scenario che, malgrado qualche ingenuità e una personalità ancora da “risolvere” compiutamente (circostanze legittime per una band agli inizi “ufficiali”), attrae e conquista in virtù di abilità specifiche, sensibilità, gusto estetico, capacità espressive e di una dote ormai abbastanza rara, specialmente in manifestazioni artistiche che, in qualche modo, si rivolgono al mainstream: l’assenza completa di futilità.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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