Highland Glory - From The Cradle To The Brave

Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:54 min.
Etichetta:Massacre
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. ONE LAST CHANCE
  2. BEYOND THE PHARAO'S CURSE
  3. A WARRIOR'S PATH
  4. THIS PROMISE I SWEAR
  5. THE LAND OF FORGOTTEN DREAMS (PART I)
  6. THE LAND OF FORGOTTEN DREAMS (PART II)
  7. WEAR YOUR GUN TO NEVERLAND
  8. WILL WE BE AGAIN
  9. FROM THE CRADLE TO THE BRAVE

Line up

  • Jan Thore Grefstad: vocals
  • Jack-Roger Olsen: guitars
  • Knut Egil Tøfftum: bass
  • Morten Færøvig: drums
  • Lars Andrè Rørvik Larsen: keyboards, guitars

Voto medio utenti

Quando i Phoenix Rizing si sono sciolti nell'estate del 2001, alcuni dei suoi membri (i chitarristi Olsen, il tastierista Larsen, il bassista Tøfftum e il batterista Færøvig) decisero di creare gli Highland Glory per dare vita a una nuova creatura metallica: la line-up si completò con l'arrivo del singer Grefstad, mentre Larsen decise di rivestire il doppio ruolo di chitarrista - tastierista. Il sound del nuovo gruppo è più classico e tradizionale rispetto a quanto fatto dai Phoenix Rizing, un Power Metal melodico fortemente influenzato dai Gamma Ray di Kai Hansen e da “Glory to the Brave” degli HammerFall, una somiglianza palesata anche dal titolo del disco, “From the Cradle to the Brave”. Pur non portando assolutamente nulla di nuovo in un genere che negli ultimi anni ha visto miriadi di gruppi suonare sempre lo stesso disco, gli Highland Glory sono decisamente bravi: le canzoni sono dirette e coinvolgenti, sufficientemente personali e suonate con una buona tecnica strumentale. Il songwriting è piuttosto vario, evita di annoiare l'ascoltatore e garantisce al disco una discreta longevità, grazie anche alla buona produzione. Fortunatamente il cantante Jan Thore Grefstad non è il solito Kiske-clone: la sua voce è più vicina a quella di Udo Dirkschneider degli Accept. Il disco si apre con “One Last Chance”, song dinamica e potente che ben svolge il compito di scuotere l'ascoltatore. Segue “Beyond the Pharao's Curse”, una mid-tempo epica e gloriosa ispirata alla mitologia egizia, i cui punti di forza sono un bel refrain di chitarra e un ritornello azzeccatissimo. La successiva “A Warrior's Path” ricorda da vicino lo stile dei primi Nocturnal Rites, mentre la prima ballad del disco, intitolata “This Promise I Swear”, per quanto bella e sentita, è troppo simile a “The Fallen One” degli HammerFall, specialmente nelle prime strofe. La canzone è comunque piacevole, l'interpretazione di Grefstad è piuttosto buona. Le due successive track fanno parte di un'unica song: “The Land of Forgotten Dreams” è trascinante e orecchiabile nella prima parte, mentre la seconda metà ne riprende le melodie aggiungendo interessanti break pianistici e assoli di pregevole fattura. “Wear Your Gun to Neverland” è l'episodio più pesante e oscuro del disco, il cantato di Grefstad si fa più aggressivo e sporco, mentre il testo della canzone è ispirato all'effetto disastroso che alcune credenze esercitano sugli esseri umani (tema decisamente attuale negli ultimi anni). La breve intro tastieristica di sapore orientale chiarisce in maniera piuttosto limpida quali sono le religioni a cui si riferiscono le dure parole del testo. “Will We Be Again” è la seconda ballad del platter, malinconica e dolcissima, dedicata ad una persona cara che non c'è più. Il disco si chiude con la title-track, come nella miglior tradizione Power odierna: nelle parti di tastiera fanno capolino alcune influenze celtiche, che insieme al glorioso ritornello intonato da diecimila voci hanno l'incredibile effetto di trasportarci sulle Highlands scozzesi, intorno ad un fuoco con i nostri compagni di clan, cantando tutti insieme le geste di William Wallace. Ottimo debut per gli Highland Glory: “From the Cradle to the Brave” non ha niente da invidiare alle migliori uscite del genere, mette in luce una buona personalità e una grande passione per il metallo più puro e incontaminato. Promossi a pieni voti!
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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