Copertina 6

Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Frontiers

Tracklist

  1. TATTOOS & TEQUILA
  2. HE'S A WHORE
  3. AC/DC
  4. NOBODY'S FAULT
  5. ANOTHER BAD DAY
  6. NO FEELINGS
  7. LONG COOL WOMAN
  8. ANOTHER PIECE OF MEAT
  9. WHO WILL STOP THE RAIN
  10. VIVA LAS VEGAS
  11. BITCH IS BACK
  12. BEER DRINKERS AND HELL RAISERS (BONUS TRACK)

Line up

  • Vince Neil: vocals
  • Dana Strum: bass
  • Jeff Blando: guitars
  • Zoltan Chaney: drums

Voto medio utenti

Sono sempre stato scettico verso i dischi infarciti di cover, perché li ritengo francamente inutili quando sono annunciati come “nuovo album”, mentre possono assumere un senso come uscite speciali o bonus cd. Purtroppo, nel caso di Vince Neil, si tratta della prima fattispecie: dopo 15 anni di attesa, il nuovo disco solista del biondo singer è composto da 9 cover e 2 inediti. Eppure in passato era stato capace di fare cose egregie anche lontano dai Motley Crue...peccato non abbia avuto il coraggio di riprovarci.

Dunque eccoci qui a commentare delle cover: Aerosmith, Cheap Trick, Hollies, Scorpions, Creedence Clearwater Revival e ZZ Top, oltre al classicone Viva Las Vegas e ad altre che, sinceramente, non sono riuscito a riconoscere. Sicuramente Vince e la band ci mettono del proprio, rendendo i pezzi piacevoli e accattivanti, come d’altra parte lo erano anche nelle versioni originali. Il primo dei pezzi inediti è la title-track, ritornello convincente e strofa che invece lascia un attimo interdetti, dal riff molto moderno e molto vicino alle sonorità di New Tattoo dei Motley Crue. L’altro inedito, Another Bad Day, opera di Nikki Sixx, è invece caratterizzato da atmosfere più rilassate ed è una gradevole semi-ballad dal forte sapore AOR.

In conclusione, Tattoos & Tequila è un piacevole album di hard rock, molto statunitense, con strizzate d’occhio al punk e al country, ben suonato da una band senza inutili fronzoli e guidato dalla voce in discreta forma di Vince. Manovra commerciale o tributo al proprio background musicale? Io sinceramente rimango nel dubbio e non me la sento di andare oltre un 6 politico.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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