Copertina 9

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2010
Durata:61 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. DARK FROZEN WORLD
  2. SEA OF FATE
  3. CRYSTAL MOONLIGHT
  4. REIGN OF TERROR
  5. DANZA DI FUOCO E GHIACCIO
  6. RAGING STARFIRE
  7. LOST IN COLD DREAMS
  8. ON THE WAY TO AINOR
  9. THE FROZEN TEARS OF ANGELS
  10. LABYRINTH OF MADNESS" (DIGIPACK BONUS TRACK)
  11. SEA OF FATE (ORCHESTRAL VERSION)" (DIGIPACK BONUS TRACK)

Line up

  • Fabio Lione: vocals
  • Luca Turilli: guitars
  • Alex Staropoli: keyboards
  • Patrice Guers: bass
  • Alex Holzwarth: drums

Voto medio utenti

Signore e signori, benvenuti al disco perfetto. Sì, finalmente i Rhapsody of Fire hanno ottenuto la quadratura del cerchio, e riescono a sfornare qualcosa di molto, molto vicino ad un capolavoro.
Molti i fattori che contribuiscono a fare di questo “The Frozen Tears of Angels” un album strepitoso, in ordine sparso:

1) La band si è liberata di un contratto limitante e dannoso per la propria immagine, e di una label che impediva loro di gestire il tutto in maniera personale;
2) Turilli e soci hanno speso il tempo di pausa forzata nella maniera più proficua, ossia NON strombazzando dichiarazioni qua e là e sprecando energie in progetti inutili e spesso dannosi, ma concentrandosi sulla composizione, dimostrando invidiabile attaccamento alla causa, e riuscendo a rifinire ogni singolo particolare del nuovo album;
3) Dal punto di vista stilistico, sono state ridotte le parti parlate o gli inserti orchestrali, dando loro il giusto spazio ma senza farli risultare eccessivi od invadenti, favorendo invece il lavoro “di band”;
4) La prestazione strumentale e vocale su questo album è semplicemente stupenda, frutto di tanti anni di esperienza, di una evidente maturazione tecnico-stilistica e di un buon gusto che non si impara, ma che si acquisisce con l’età.

Andiamo dunque dentro questo cd, sin dall’inizio piacevole per la bellissima copertina, più dark delle precedenti e dominata dal colore blu, che in qualche maniera riporta al ghiaccio e al freddo, temi dominanti di questo nuovo capitolo della Dark Saga; premuto il tasto play, si scatena il capolavoro.

1 – Dark Frozen World – L’intro, affidata alle parole di Mr. Christopher Lee, ci introduce verso quella che è forse la più bella ouverture di un disco dei nostri, carica com’è di lirismo, toni drammatici ed un’orchestra sinfonica che, almeno qui, può, deve sfoderare tutte le sue suggestioni più magniloquenti e roboanti… Insomma, i due minuti migliori per farti salire l’adrenalina, prima che il “vero” album decolli…
2 – Sea of Fate – Capolavoro. Una power song dal ritornello semplicemente irresistibile, un riffing potentissimo ed un Fabio Lione da Oscar, per un pezzo che è già storia. 4 minuti e spicci di epic/symphonic metal ad altissimi livelli.
3 – Crystal Moonlight – un altro lavoro da applausi di Turilli, che introduce il pezzo con un giro complicatissimo e ‘galoppato’, su cui si inserisce una band chirurgicamente precisa, affilata come un rasoio, con Alex Holzwarth a guidare il plotone dalla batteria. Altro refrain melodicissimo ed azzeccato, e già ci si rende conto come sia più saggio l’utilizzo dei cori, mai invadenti come a volte avveniva in passato, ma calcolati ed eseguiti in maniera perfetta, dando ad ogni brano il pathos che richiede.
4 – Reign of Terror – Chiude la tripletta da urlo schiaffata all’inizio, ed è la song più carica di tutto il brano: stacchi in blast beat, urla demoniache e growls, ed un ritornello in latino, introdotto prima sottovoce, e poi esploso come una bomba atomica a piena orchestra e piena band! Da saltare sulla sedia quanto a potenza, coinvolgimento, atmosfera! Datemi una spada, per gli dèi, devo andare a combattereeee!!!!
5 – Danza di fuoco e ghiaccio – Sono sempre stato molto scettico sui brani in italiano, vuoi per dei testi che, nella nostra lingua, perdono buona parte della poesia, vuoi per una collocazione che mi sembrava quasi forzata e poco naturale, ma mi devo ricredere. Questo brano folk, che parte in punta di acustica e flauto, ci regala un Fabio Lione immenso, dapprima cantastorie alla Branduardi, poi epico menestrello, come il Freddie Mercury targato ’75. Molto inusuale e piacevole il solo di Turilli a metà brano, dove Luca segue dei patterns nuovi, piacevolmente dissonanti. Una grandissima nota di merito anche a lui, forse al suo meglio in questo cd.
6 – Raging Starfire – Ci eravamo rilassati un attimo? Bene, perché si torna a volare con la power-song perfetta. Uptempo epico che più epico non si può, ed un’altra prova magistrale di Lione e soci, un’altra canzone destinata alla Gloria.
7 – Lost in cold Dreams – Un brano lento, forse non riuscitissimo, ma pur sempre suggestivo e da brividi, un’altra boccata di fiato in una corsa folle. Complimenti a Staropoli, quest’uomo riesce a disegnare armonie tra le più belle, con una scelta di suoni che ha del miracoloso, complice una produzione cristallina.
8 – On the Way to Ainor – Ascoltate il ritornello, e ditemi se non avete già indossato l’elmo e lo scudo! Epico al 100%, potente e maestoso, il classico pezzo Rhapsody (of Fire) come non ne sentivate da tanto, troppo tempo. Da ascoltare a tutto volume, e cantare a squarciagola.
9 – The Frozen Tears of Angels – Come da tradizione, l’ultimo brano è la title-track, lunga suite di 11 minuti, e mai undici minuti sono passati così in fretta: la band si concede digressioni progressive in un brano dalle mille anime, dove anthems guerreschi si intercalano a sognanti strofe, che ci accompagnano alla fine di questo capitolo con un saliscendi di emozioni da capogiro. Ha bisogno di tanti ascolti per essere gustato appieno, ma vi assicuro che ne vale la pena.

Completano la mia copia due bonus tracks: “Labyrinth of Madness” è una strumentale, divertissement di Turilli che si lancia in 4 minuti di assoli da capogiro, accompagnato da una band che è ormai una certezza. Consigliatissimo agli shredders più accaniti. Chiude l’album una versione orchestrale di “Sea of Fate”, e sinceramente non saprei quale delle due scegliere, vista la bellezza e la grandezza anche di questo brano, reso più lento e drammatico.

Ho amato questa band alla follia nei suoi inizi, me ne sono distaccato quando ha cominciato ad intraprendere strade a mio avviso troppo pacchiane e poco metal, ma devo confessarvi che questo “The Frozen Tears of Angels” mi riappacifica definitivamente con i Rhapsody of Fire, una band al top della forma per un album che è già un classico. Complimenti, di vero cuore.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 18 set 2010 alle 16:18

uhm... sicuramente meglio del precedente lavoro, si ascolta bene, però forse 9 è troppo xD

Inserito il 13 lug 2010 alle 19:27

Non v'è dubbio alcuno che I Rhapsody si siano riconfermati tali (tanto di aggettivi adeguati x descriverli non ce n'è). L'unica traccia che mi entusiasma, sebbene la ritenga uno smaccato tentativo di accaparrarsi le simpatie di fan di altri generi musicali, è Reign of Terror. Curiosissima di sentirla live. Ultima considerazione del tutto personale: Luca Turilli ha un pò rotto.

Inserito il 19 mag 2010 alle 15:09

GRandissimo album!

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