Copertina 6,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:69 min.
Etichetta:Sound Riot
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. KEEPERS OF TIME
  2. HEAVENS GATE
  3. FIRE & ICE
  4. INSIDE THE STORM
  5. DIE FOR YOUR KING
  6. STAR WARS
  7. INNOVATION
  8. CYBER FUTURE
  9. FREEDOM CALLS
  10. HEAVY METAL HEART
  11. WATCH THE SKY

Line up

  • Thomas C. Hansen: vocals, guitars
  • Joakim Kjelstad: guitars

Voto medio utenti

I norvegesi Gaia Epicus non hanno avuto mai vita troppo facile, ed infatti hanno cambiato un sacco di indirizzi musicali e monicker (Execution, Millennium, Theater of Pain, Eternal Flame) e sono stati parecchi anche i musicisti che si sono alternati al fianco di Thomas C. Hansen e di Joakim Kjelstad. Ora i Gaia Epicus sono finalmente giunti a realizzare il loro primo album, ma anche in questa occasione non credo che si troveranno la strada spianata: gli ostacoli si chiamano Originalità, Innovazione, Clone, Fantasia e Già Sentito. Di alcuni "Satrap" straborda, di altri è indubbiamente carente... e non è nemmeno troppo difficile abbinarli! Tornando alla formazione, a qualcuno potrebbe interessare sapere che al basso su "Satrap" troviamo Morty Black dei TNT, altri rabbrividiranno nel sapere che la masterizzazione del CD è stata effettuata ai Finnvox Studios da Mika Jussila e sorrideranno davanti ai titoli delle canzoni ed alla copertina realizzata da J.P Fournier (Avantasia, Edguy...). In molti saranno quindi pronti a sacrificare i Gaia Epicus sull'altare del Metal. Da parte mia mi limito a rimarcare come la produzione, oltre ai difetti tipici dei Finnvox (suono plasticoso), sia tutt'altro che pulita, e come spesso capiti di trovare nelle 11 canzoni dei passaggi che ricordano a rotazione gli Stratovarius, i Gamma Ray, gli Helloween, i Maiden etc... Non che quest'ultimo aspetto sia poi così deleterio: "Satrap" scorre, infatti, veloce e divertente con buoni momenti come "Keepers Of Time", "Fire & Ice" e "Freedom Calls", con Thomas C. Hansen efficiente sia alla chitarra sia alla voce, ricordando parecchio il quasi omonimo Kai Hansen. Un album che non arriva mai ad annoiare o disturbare, se non per qualche forzatura strumentale che penalizza un po' l'impatto di qualche canzone, come nel caso di "Die For Your King", dell'Helloweniana "Star Wars" (dove si nota un breve accenno alla marcia imperiale tratta dal Film che ha ispirato il brano) e della conclusiva "Watch The Sky".
Sento già in lontananza qualcuno dire che al massimo "Satrap" potrebbe essere utile per giocare alla versione metal di "Chi l'ha visto", dove bisogna indovinare a chi sono stati rispettivamente rubati riffs, refrain e le melodie, eppure forse è meglio un album così di uno che il Metal non solo non lo ha mai visto, ma manco sa dov'è di casa!
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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