AA.VV. - Better Undead Than Alive 2

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2010
Durata:79 min.
Etichetta:Code 666
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. DAVIDE TISO – WELL
  2. MINETHORN - ICONS (OF THE CURSED EARTH)
  3. DAVIDE TISO - DONE!
  4. THE AXIS OF PERDITION - CHAINED IN THE DAMNATION ASYLUM
  5. DAVIDE TISO - WE HAVE
  6. DAMNED SPIRIT DANCE - ABANDONED EMPTINESS
  7. DAVIDE TISO - BEEN GOOD
  8. DIABOLICUM - SALVATION THROUGH VENGEANCE
  9. VOID OF SILENCE - INSTRUMENTAL VOID
  10. DAVIDE TISO - AT
  11. HERRSCHAFT - ABYSSAL WOUNDS
  12. DAVIDE TISO - HOLDING ON
  13. THE OATH - ABSTRACT EMOTION
  14. DAVIDE TISO - IT WAS
  15. THE PROPHECY - ADRIFT
  16. DAVIDE TISO - WORTH
  17. NEGURA BUNGET - CUMPANA
  18. DAVIDE TISO – IT
  19. FEN - TWILIGHT DESCENDS (EULOGY)

Line up

  • Davide Tiso , Negura Bunget , DiabolicuM, Fen
  • Void Of Silence, The Prophecy, The Axis Of Perdition
  • The Oath, Herrschaft, Damned Spirits Dance, Minethorn

Voto medio utenti

A dieci anni esatti dalla propria nascita la Code666 si autocelebra con la parte seconda di “Better Undead Than Alive” (la prima parte essendo uscita nel 2003).
Per l’occasione la fondamentale etichetta di Emiliano Lanzoni mette insieme il proprio rooster con una serie di canzoni inedite, composte apposta per la presente compilation.
Ricordo perfettamente la nascita dell’etichetta e ho avuto la fortuna di recensire praticamente tutto (o quasi) il suo catalogo, che contiene assolute perle di valore, a testimonianza della bravura, della passione e della lungimiranza di Emiliano Lanzoni e del suo staff. D’altronde che Emiliano fosse una persona davvero addentro alla materia sonora era già testimoniato dalla band nella quale suonava, i Miskatonic University (l’hardcore che incontra Lovecraft). Devo, inoltre, ammettere che mi sento parte del successo riscosso dall’etichetta, visto che con le mie recensioni, quasi sempre positivissime, ho contribuito a dare rilevanza al lavoro della label. Per esempio ricordo perfettamente il loro primo top album, che fu del sottoscritto su Metal Shock, e riguardava i Void Of Silence di “Criteria Ov 666”. Ricordo l’entusiasmo dell’etichetta e della band, che mi invitarono a festeggiare con loro in quel di Roma, invito che declinai cortesemente, sebbene non vi fosse alcunché di male, e devo ammettere che i rapporti in questi anni sono sempre stati cordiali e improntati alla correttezza. La qual cosa nel panorama italico è merce rara, se è vero che ci sono recensori ed etichette che fanno continuamente a lingua in bocca, quando non sono impegnati a minacciarsi per un voto brutto o per un cd non regalato.
Il resto l’avete fatto voi lettori, acquistando i dischi prodotti dalla Code666, legittimandone il meritato successo.
Detto questo, veniamo al disco in questione. È presente praticamente tutto il rooster dell’etichetta, impreziosito dalla collaborazione di Davide Tiso degli Ephel Duath (ora su Earache ma lanciati dalla Code666), il quale fa da collante tra i diversi pezzi, con brevi composizioni strumentali, tra postcore slabbrato e rallentato e visioni lisergiche ed oniriche.
Nel disco è presente il black metal in dosi cospicue, sebbene non nella sua forma più primigenia e grezza. Infatti si va dai Minethorn, con “Icons (Of The Cursed Earth”, pezzo inquietante e minaccioso, ricco di negatività, agli The Axis Of Perdition, con “Chained In The Damnation Asylum”, i quali, mettendo da parte le controverse sperimentazioni dell’ultimo deludente “Urfe”, ritornano al black metal degli esordi, cattivo e ferale, sebbene infettato dal germe industriale. Ma occorre parlare anche dei mostruosi Diabolicum, anch’essi autori di un maligno, antiumano e glaciale black metal, con “Salvation Through Vengeance”, per finire ai Negura Bunget, i quali, con “Cumpana”, danno un assaggio del loro prossimo full lenght, con un pezzo dalle atmosfere incredibili.
Con mia grande gioia e sorpresa è presente anche una nuova composizione dei Void Of Silence, la strumentale “Instrumental Void", un pezzo che, ad essere sincero, non mi ha impressionato molto, appiattito com’è su un mood apocalittico stereotipato, sebbene la canzone raggiunga vette di malinconia e tristezza notevoli; manca però la cattiveria, e un certo mood venefico del quale auspico il ritorno (per intederci quello dei primi due dischi della band).
Conferme arrivano anche dagli Herrshchaft, che hanno un tiro allucinante e dai Fen, i quali chiudono il disco con una suite lunghissima, ben 15 minuti. “Twilight Descends (Eulogy)” è una lenta discesa nell’abisso, una ineluttabile deriva verso la perdizione.
Buoni ma non trascendentali i pezzi di Damned Spirit Dance, The Oath e The Prophecy.
Fermo restando che questo “Better Undead Than Alive 2” è una compilation e quindi in buona sostanza un disco estemporaneo, resta la assoluta qualità della materia sonora, impreziosita dal fatto che ci troviamo di fronte ad inediti che non troverete in nessun disco delle bands che hanno partecipato. Fate le vostre valutazioni e decidete se questo disco vale i vostri soldi.
Per quel che mi riguarda approfitto per fare gli auguri alla Code666 e augurarle lunga vita.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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