Tubelord - Our First American Friends

Copertina 6

Info

Anno di uscita:2009
Durata:40 min.
Etichetta:Hassle Records

Tracklist

  1. YOUR BED IS KIND OF FRIGHTENING
  2. SOMEWHERE OUT THERE A DOG IS ON FIRE
  3. STACEY'S LEFT ARM
  4. PROPELLER
  5. SHE AWOKE ON A BENCH IN ABERGAVENNY
  6. I AM AZERRAD
  7. NIGHT OF THE PENCILS
  8. COWS TO THE EAST CITIES TO THE WEST
  9. SYNTHESIZE
  10. OUR FIRST AMERICAN FRIENDS

Line up

  • Joseph Prendergast: vocals, guitar
  • Damien Fabien Gabet: bass, backing vocals
  • David Catmur: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Un disco niente male questo degli inglesi Tubelord!
Pubblicato nel 2009 via Hassle Records, ''Our First American Friends'' è riconducibile a quel genere Indie/Rock, con sfumature Punk, sullo stile dei Block Party, che tanto piace alle nuove generazioni di giovani.
In esso i brani emergono come completamente orecchiabili e decisamente energici; fatto stà che il lavoro viene reso originale dai numerosi cambi ritmici che contiene.
Chitarre distorte, linee vocali curiose accompagnate da cori stile Punk, molto pertinenti... Insomma, nulla di così innovativo, ma allo stesso tempo un buon lavoro: curato e ricercato.
Non c'è assolutamente niente da criticare; la realizzazione dei tre ragazzi di Kingston risulta ben composta ed eccentrica!
I pezzi contenuti in ''Our First American Friends'' all'ascolto appaiono piacevoli ed interessanti, nonostante il marcato carattere Pop di base.
In essi resta comunque omogenea l'unione delle varie influenze riscontrabili e ciò viene riconosciuto, ad ogni modo, come fattore positivo.
Sarebbe superfluo fare un elenco con conseguente descrizione dettagliata delle singole composizioni, proprio per la carenza di elementi distintivi, in esse contenuti.
L'artwork è molto bello e originale, dai colori sgargianti... Il disegno è stravagante e intrigante.
Buona sotto ogni aspetto la produzione.
Si può affermare che ''Our First American Friends'' è un eccellente lavoro nella propria semplicità di base, da consigliare a tutti gli appassionati del genere in questione.
Recensione a cura di Ambra Bucci

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