Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. GOETIA
  2. ABYSS WITHIN MY SOUL
  3. IN SHROUDS DECAYED
  4. SHRINE
  5. A THOUSAND LIES
  6. DESCENDANT
  7. MYOPIC EMPIRE
  8. MY PAIN
  9. THE PROLONGING

Line up

  • Thomas Gabriel Fischer: vocals, guitars, programming
  • V. Santura: guitars, vocals
  • Vanja Slajh: bass
  • Norman Lonhard: drums

Voto medio utenti

Personaggi come Thomas Gabriel Fischersono linfa vitale per la scena metal, in grado di generare interesse in qualsiasi progetto li veda coinvolti. Così, dopo il secondo split up (a quanto pare definitivo, questa volta) in casa Celtic Frost, il geniale musicista non perde tempo e si rimette in carreggiata da subito con questi Triptykon che debuttano con "Eparistera Daimones". Il materiale che Warrior compose a suo tempo per quello che avrebbe dovuto essere il successore di "Monotheist" non va quindi perso e trova spazio su questo disco, che promette di fare la felicità di coloro hanno apprezzato le sonorità di quel monolitico album targato 2006: ed in effetti già dall'iniziale "Goetia", un macigno della durata di undici minuti, si percepisce forte e chiaro come il disco sia il figlio legittimo del canto del cigno dei Celtic Frost, riprendendo il medesimo sound sepulcrale, possente, disturbante e morboso di "Monotheist". Nonostante la ragguardevole durata, il pezzo si segnala come uno degli episodi meglio riusciti di "Eparistera Daimones", in virtù anche di un ritornello malvagissimo, a cui fa seguito la pachidermica "Abyss Within My Soul", altro higlight del disco che puzza di zolfo lontano un miglio. In tutto questo marasma sonoro, spicca la solita voce di Fischer, a tratti inumana, animalesca, non a caso è stata fonte di ispirazione per buona parte del metal estremo da metà anni 80 in poi, che tutt'oggi non cessa di affascinare. "In Shroud Decay" sembra voglia fare il verso a "Drown In Ashes", con il suo arpeggio sinistro iniziale che poi esplode in chitarre pesantissime caratterizzate da un suono che non trova eguali attualmente, distorto, malato, eppure secco e profondo. La successiva "Shrine" è un interludio sinistro ed agghiacciante, dai toni quasi ambient che tuttavia non serve a smorzare i toni, anzi riesce a trasmettere un senso di inquietudine e malessere che certamente è il letimotiv di "Eparistera Daimones", in cui tutto si gioca su toni cupissimi. Ci pensa "A Thousand Lies" ad alzare il ritmo, proponendo un brano che molto sa di Celtic Frost e che nel suo essere estremamente semplice e minimale con struttura e riff riesce ad essere efficacissimo, raggiungendo il culmine sul chorus dove Fischer sfodera una prova vocale da brividi. Su "Descendant" l'incedere si fa pachidermico, cadenzato e ancora una volta la mente vola a "Monotheist", e la sensazione che le porte per l'inferno si stiano per schiudere per vomitare chissà che malefica creatura si fa palpabile. Il gioco di voci e l'intermezzo pianistico sulla successiva "Myopic Empire" ci consegnano il Warrior forse più sperimentale e contaminato, ancora una volta incline ad inserire melodiche vocals femminili per rendere più teatrale la propria musica. E' solo il preludio a "My Pain", il brano più tranquillo del lotto, dove pianoforte e la soave voce femminile di Vanja Slajh si uniscono in un pezzo intimo e inquietante, in grado di sprigionare un vibe malsano ed ipnotico. La danza macabra si conclude con "The Prolonging", 20 minuti di oscurità in cui vi sembrerà di essere stati inghiottiti da un buco nero e di precipitare in un pozzo senza fondo, con la voce sepulcrale di Fischer ad accompagnarvi in questo funesto viaggio, tra arpeggi da brivido ed esplosioni di chitarra pronte e penetrarvi nella psiche.
Poco importa quindi che "Eparistera Daimones" sia uscito a nome Triptykon anzichè Celtic Frost, l'essenziale è che ancora una volta Thomas Gabriel Fischer ha partorito un disco estremamente valido, confermandosi una delle menti più brillanti e geniali del metal tutto da quasi trent'anni a questa parte. Plauso particolare anche all'artwork, ancora una volta un'opera dell'artista H.G. Giger, il giusto complemento visivo alla musica dei Triptykon. Da comprare ad occhi chiusi, anche se certamente non si tratta di una proposta adatta a tutti i palati.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 mar 2010 alle 12:10

grazie mille :) PS: Cory è bellissimo :P

Inserito il 26 mar 2010 alle 18:03

grande cory! (-.- soprannome orrendo)... gran rece e soprattutto gran album.

Inserito il 24 mar 2010 alle 12:26

Minkia che discone... Fischer è un fottuto genio, c'è poco da fare... Per quanto mi riguarda "Eparistera Daimones" è molto meglio di "Monotheist". Oscuro, pesante, malato... ottimo, ottimo... E bravo Cory per la rece :D

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