Avevano suscitato una buona impressione già con "3rd Stage of Decay", ma ora gli svedesi Decadence fanno anche meglio, realizzando un nuovo album (il quarto in carriera), "Chargepoint", che ha un solo difetto: l'artwork piazzato in copertina, ma la musica c'è e lascia il segno: nei timpani e negli speaker. Ancora fronteggiati da Metallic Kitty, viso d'angelo ed ugola d'acciaio, partono subito all'attacco con un monolite thrash quale "Discharge", tra Kreator, Destruction e Tankard, anche se non manca un tocco tipicamente Swedish, quello che, rimandando ai primi In Flames e Dark Tranquillity, ritroviamo in maniera più consistente su "Silent Weapon (For a Quiet War)" e "Strength of Mind".
"Point of No Return", "Be Home When I'm Gone" e la conclusiva strumentale "3rd Stage of Decay" offrono interessanti spunti tecnici (in evidenza il drummer Erik Rojas ed il chitarrista Kenneth Lantz) e soluzioni più articolate e ragionate che comunque non frenano l'animus pugnandi dei nostri che tornano ai massimi livelli d'intensità con "Fast Forward" (influenzata dalla scena scandinava) e "Challenge" (legata a doppio nodo al Thrash Old School).
I Decadence hanno diverse frecce al loro arco, capacità tecniche ed esecutive, un buon tiro ed una frontwoman che non passa certo inosservata, trovo strano che nessuna grossa etichetta li abbia ancora notati.
Vario, potente e convincente "Chargepoint" è un evidente passo avanti rispetto al già citato "3rd Stage of Decay" e merita quanto meno un ascolto.