Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:33 min.

Tracklist

  1. THE BEGINNING...
  2. SATANIST'S DREAM
  3. MESSIAH
  4. THE BALLAD OF DEAD CHICKENS
  5. BLEACHING HUMAN CARCASS
  6. RISE
  7. SCREAMING CATERPILLAR
  8. VENDETTA
  9. HEMORRHAGE
  10. SONS OF THE WICKED

Line up

  • Massi RuSkO "The Emoreich": bass, lead vocals
  • Davide "MotörCörpse": guitar, backing vocals
  • Angelo "Zintunè": guitar
  • Demo "ThrasherDemos": drums

Voto medio utenti

Sono passati tre anni dal loro demo di esordio, recensito alla grande dal buon Ermo su queste pagine, e finalmente anche per gli S.L.U.G.S. arriva il momento del full length, pur se autoprodotto, ma visti i tempi che corrono ormai non è più tanto una novità, anzi sta diventando sempre di più, purtroppo, una consuetudine a cui quasi nessun gruppo può più sottrarsi. Considerazioni a parte, è un piacere ritrovare la band di Latina viva e vegeta, visto che già quando ascoltai per la prima volta “A.D. 2005” rimasi particolarmente colpito dalla freschezza delle loro canzoni e soprattutto dall’attitudine a palla che hanno questi ragazzi. Influenzati in maniera evidente, ma loro non lo nascondono affatto, anzi, ne fanno un vanto, dall’ondata primordiale del thrash, Celtic Frost e scuola tedesca su tutti, e in parti uguali anche dai Motorhead e dal loro approccio rock ‘n’ roll, ci spiattellano in faccia dieci brani vibranti, coinvolgenti e che hanno la loro forza proprio nella semplicità. Non hanno pretese ultra tecniche o innovative gli S.L.U.G.S., loro vogliono solo divertirsi, divertire, ma soprattutto spaccare tutto, e se li avete visti dal vivo potete confermare quanto ho appena detto. Elemento di spicco è senz’altro la batteria devastante di ThrasherDemo, che spacca tutto senza sosta e fa da perfetta base per i riff taglienti di Davide. A completare il tutto la voce al vetriolo di Massi, che senza risparmiare gli ormai famosi ‘UH’ di scuola celticfrostiana sputa veleno e rabbia sull’ascoltatore. I brani sono tutti semplici e lineari, con qualche leggerissimo accenno al black metal primordiale in alcuni riff, e fanno partire l’headbanging all’istante. Anche la registrazione si adatta perfettamente al concept del gruppo, con dei suoni crudi e molto ‘live’, senza inutili orpelli modernisti. “The beginning…” è un brevissimo brano di un minuto che ci catapulta verso “Satanist’s dream”, una vera mazzata tra i denti, seguita a palla da “Messiah”, e qui veramente sembra di essere stati sparati a metà degli anni ’80, quando l’Europa vibrava di nuove e violente sonorità. Non lasciano respiro gli S.L.U.G.S., picchiano duro e spingono sull’acceleratore come se per loro fosse la cosa più naturale del mondo. Sì, questo cd è assolutamente per nostalgici del vecchio thrash, e lo dico come dato positivo, sticazzi dell’innovazione. In un periodo in cui il thrash è tornato prepotentemente alla ribalta (e secondo me c’è un motivo ben preciso per questo violento ritorno, ma non è questa la sede adatta per parlarne…), gli S.L.U.G.S. si trovano perfettamente a loro agio e riescono a ritagliarsi con forza uno spazio nel sempre più affollato panorama italiano. In questa fase storica in cui molti pensano che basti indossare jeans elasticizzati e riempire il giubbetto di toppe e spille, per essere thrashers, io premio il gruppo di Latina che invece risponde con fatti e con brani vincenti. Non basta inserire la definizione ‘old school thrash metal’ nella propria biografia per potersi definire tali, bisogna dimostrarlo, e gli S.L.U.G.S. l’hanno fatto abbondantemente con questo “Sons of the wicked”. Violenza, autoironia (vedi “The ballad of dead chickens”), attitudine a palla, appartenenza al genere, sono tutti fattori che rendono vincente il cd, senza tralasciare l’aspetto più fondamentale, e cioè la musica, e vi basti ascoltare brani come “Screaming caterpillar” o “Hemorrage” per capire da soli che gli S.L.U.G.S. si meritano di diritto un posto nei primi cinque gruppi di thrash metal old school della penisola.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 ott 2009 alle 19:52

Veramente dei grossi

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